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PSICOPATIA: IMPLICAZIONI CRIMINOLOGICHE E GIURIDICO-FORENSI
Va certamente sottolineato che nell’attuale modello alternativo dei disturbi
di personalità della più recente versione del DSM è stata reintrodotta la variante
psicopatica del disturbo antisociale di personalità, identificata nella specifica
presenza di tratti di ridotta ansia, ridotto ritiro e incrementata richiesta di atten-
zioni, in aggiunta ai tratti tipici del disturbo antisociale di personalità (manipo-
latorietà, freddezza, inganno, ostilità, tendenza al rischio, impulsività e irrespon-
sabilità). Ciò nonostante, il modello alternativo dei disturbi di personalità del
DSM-5 necessità ancora di ampia validazione empirica, per cui il suo utilizzo è
ad oggi limitato. Per quanto concerne la variante psicopatica del disturbo anti-
sociale di personalità, non sembra intercettare appieno quella combinazione di
tratti affettivi, interpersonali, relativi allo stile di vita e antisociali che configura-
no la specifica condizione psicopatica di un individuo senza coscienza morale
e orientato esclusivamente al soddisfacimento delle sue pulsioni e dei suoi
immediati bisogni, al punto da essere maggiormente propenso ad attuare con-
dotte illecite o violente pur di ottenere ciò che desidera.
In merito alla differenza tra il disturbo antisociale di personalità e la psico-
patia, è interessante riportare un dato di ricerca osservato da diversi studiosi. È
stata rilevata un’elevata prevalenza del disturbo antisociale di personalità nelle
popolazioni carcerarie del Nord America, oscillante tra il cinquanta e l’ottanta
per cento, mentre è assai minore la prevalenza dei detenuti che presentano anche
i tratti che connotano la personalità psicopatica, che corrispondono a circa il
quindici per cento della popolazione carceraria . Simili osservazioni sono state
(25)
replicate in diversi Paesi, tra cui Canada , Germania , Olanda e Svezia .
(27)
(26)
(29)
(28)
Nonostante ciò, è opportuno evidenziare come la piccola percentuale rappre-
sentata dai carcerati che possiedono i tratti psicopatici sia responsabile di oltre il
cinquanta per cento dei crimini violenti commessi dagli individui detenuti ,
(30)
mostrando, dunque, la particolare propensione degli psicopatici a mettere in
atto, in modo disinibito, anche le condotte più violente per soddisfare i bisogni.
(25) R. D. HARE, 2003, op. cit.
(26) S. D. HART, R. D. HARE, Discriminant validity of the Psychopathy Checklist in a forensic psychiatric
population, in PSYCHOLOGICAL ASSESSMENT: A JOURNAL OF CONSULTING AND CLINICAL
PSYCHOLOGY, 1989, 1, 211-218.
(27) C. HUCHZERMEIER, F. GEIGER, E. BRUSS, N. GODT, D. KÖHLER, G. HINRICHS, J. B.
ALDENHOFF, The relationship between DSM-IV cluster B personality disorders and psychopathy accor-
ding to Hare’s criteria: Clarification and resolution of previous contradictions, in BEHAVIORAL SCIENCES
& THE LAW, 2007, 25, 6, 901-911.
(28) M. HILDEBRAND, C. DE RUITER, PCL-R psychopathy and its relation to DSM-IV Axis I and II
disorders in a sample of male forensic psychiatric patients in the Netherlands, in INTERNATIONAL
JOURNAL OF LAW AND PSYCHIATRY, 2004, 27, 233-248.
(29) E. G. STÅLENHEIM, L. VON KNORRING, Psychopathy and Axis I and Axis II psychiatric disorders in a
forensic psychiatric population in Sweden, in ACTA PSYCHIATRICA SCANDINAVICA, 1996, 94, 217-223.
(30) R. D. HARE, 2003, op. cit.
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