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DOTTRINA
In particolare, negli ultimi decenni, è stato indagato quale nesso vi fosse
tra la psicopatia e due differenti forme di violenza, altrimenti note come “reat-
tiva” e “strumentale” , distinte primariamente dalle dinamiche motivazionali
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su cui le stesse poggiano. Se la prima costituisce una risposta comportamentale
altamente impulsiva precipitata dalla percezione di una minaccia , la seconda
(32)
costituisce un mezzo finalizzato al conseguimento di scopi differenti dalla mera
offesa dell’altro e identificabili in una ricompensa attrattiva . Tipicamente la
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violenza reattiva, denominata anche “affettiva”, è connotata da un’elevata reat-
tività del sistema nervoso autonomo e da emozioni quali rabbia o paura.
Un’aggressione fisica a seguito di un insulto o un delitto “passionale” possono
essere considerati esemplificativi di tale forma di violenza. Di contro, la violen-
za strumentale, o “predatoria”, denota condotte pianificate e una bassa reattivi-
tà del sistema nervoso autonomo .
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La psicopatia sembra costituire un importante fattore di rischio per la
messa in atto di condotte ascrivibili sia alla violenza reattiva sia, soprattutto, a
quella strumentale. Se messi a confronto con la propria controparte non psico-
patica, i criminali psicopatici presentano una più alta prevalenza di condotte vio-
lente ascrivibili ad entrambe le forme in questione . L’impiego della violenza
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strumentale può però costituire un elemento utile a distinguere il funzionamento
psicopatico da quello tipico del disturbo antisociale di personalità, in cui i deficit
relativi alle funzioni inibitorie e al controllo emotivo si mostrano responsabili di
condotte altamente impulsive e non finalizzate al raggiungimento di scopi alter-
nativi alla mera aggressione . A titolo esemplificativo, è interessante notare
(36)
come Woodworth e Porter, in uno studio condotto su centoventicinque autori
di omicidio, abbiano rilevato che il 93,3% degli stessi, commessi dagli psicopatici
indagati, era di natura strumentale, a differenza di quelli perpetrati dai criminali
non psicopatici, che avevano commesso omicidi motivati da aggressività stru-
mentale in meno della metà dei casi (48,4%). Secondo gli autori, gli omicidi a
“sangue freddo” di cui erano responsabili gli psicopatici potevano essere com-
presi in riferimento all’alterazione nella sfera affettiva tipica di questi soggetti.
(31) J. R. MELOY, 2002, op. cit.
(32) L. BERKOWITZ, The experience of anger as a parallel process in the display of impulsive, “angry” aggres-
sion, in R. G. GREEN, E. I. DONNERSTEIN (a cura di), Aggression: Theoretical and empirical views,
Vol. 1, Academic Press, New York, 1983, pag. 103-134.
(33) A. BANDURA, Psychological mechanisms of aggression, in R. G. GREEN, E. I. DONNERSTEIN (a cura
di), Aggression: Theoretical and empirical views, Vol. 1, Academic Press, New York, 1983, pag. 1-
40.
(34) J. R. MELOY, 2002, op. cit.
(35) Ibidem.
(36) V. CARETTI, G. CRAPARO, La personalità psicopatica, in SISTEMI INTELLIGENTI, 2010, 22, 2, 229-
240.
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