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LA SICUREZZA DEGLI STATI TRA GUERRE PSICOLOGICHE
E STRATEGIE DI INTELLIGENCE
Secondo la studiosa si trattava di un esperimento di costruzione della real-
tà attraverso le informazioni, sostenendo che si andava profilando la scomparsa
della realtà in un orizzonte in cui le opinioni si equivalgono . La comunicazio-
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ne quindi diventa una vera e propria arma di massa “attraverso la quale agire
profondamente sulla psiche e sulle coscienze dell’opinione pubblica per deter-
minarne i comportamenti attraverso linguaggi e immagini a forte impatto emo-
tivo e capaci di ridurre al minimo ogni dissonanza cognitiva, agendo su parole
chiave, immagini evocative [e] l’immaginario ideologico, religioso, culturale” .
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In uno scenario del genere, con la circolazione delle informazioni a livello pla-
netario che possono essere incrementate da chiunque, stanno dilagando le teo-
rie del complotto, a cominciare dalla ripesa del Protocollo dei Savi Anziani di
Sion per passare al complotto lunare, a quello dell’11 settembre e all’esistenza
degli UFO . A quest’ultimo proposito un sondaggio del 2012 della rete tele-
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visiva ABC ha evidenziato che il trentasei per cento dei cittadini americani, pari
a circa ottanta milioni, crede nell’esistenza degli oggetti volanti non identifica-
ti . Proprio per questo, tra le illusioni della Rete, che si sommano ovviamente
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alle opportunità, c’è anche quella di considerarci esperti di un determinato
argomento oppure di essere stati in grado di avere scoperto chissà quale con-
giura nelle vicende presenti e passate. C’è l’illusione della comprensione come
della partecipazione, realizzando in forma opposta le considerazioni che erano
presenti nello studio della Trilateral Commission del 1975 in cui si sosteneva che
la democrazia per essere efficiente aveva bisogno di un basso livello di parteci-
pazione sostanziale . Il dibattito pubblico è condizionato dall’irrazionalità,
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come dimostra l’espansione delle teorie del complotto, e dalla retorica, in un
contesto in cui “stanno diminuendo sia l’offerta sia il consumo di notizie serie,
e la fiducia del pubblico nei media classici” .
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Secondo alcuni punti di vista, in Italia abbiamo vissuto per decenni in pre-
senza di una costante guerra psicologica , venendo trasformati in una colonia
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(48) H. ARENDT, La menzogna in politica. Riflessioni sui “Pentagon Papers”, Marietti, Genova, 2006.
(49) M. CHIAIS, Linguaggi, dinamiche e strategie della disinformazione, in G. GAGLIANO (a cura), Guerra
psicologica. Disinformazione e movimenti sociali, Aracne, Roma, 2012, pag. 13.
(50) M. CALIGIURI, Intelligence e complotti. L’eterna lotta per il potere nella società della disinformazione, in
RIVISTA DI POLITICA, n. 1/2017, pagg. 27-33.
(51) ID.
(52) M. J. CROZIER, S. P. HUNTINGTON, J. WATANUKI, La crisi della democrazia. Rapporto sulla gover-
nabilità delle democrazie alla Commissione trilaterale, Angeli, Milano, 1977. L’edizione originale in
inglese è del 1975.
(53) M. THOMPSON, La fine del dibattito pubblico. Come la retorica sta distruggendo la lingua della democra-
zia, Feltrinelli, Milano, 2017, pag. 21.
(54) S. MANFREDI, Psyop. 70 anni di operazioni di guerra psicologica in Italia, Stampato in proprio, 2014.
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