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LA SICUREZZA DEGLI STATI TRA GUERRE PSICOLOGICHE
E STRATEGIE DI INTELLIGENCE
non solo per verificare le condizioni commerciali, economiche, culturali, politi-
che dei rispettivi Paesi ma approfondivano gli aspetti psicologici e caratteriali
dei ceti dominanti che assumevano le decisioni. Questa capacità di manipola-
zione è stata ritenuta valida in relazione alla politica estera americana . Queste
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considerazioni richiamano la necessità di suddividere tra informazione azienda-
le, orientata verso i privati, e che tende a sedurre e si manifesta attraverso la pro-
paganda, e informazione pubblica, che dovrebbe rappresentare la base della
democrazia, favorendo partecipazione e trasparenza ma che si può trasformare
in disinformazione e manipolazione , come dimostra il caso accennato dei
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Pentagon Papers. Sotto questo aspetto, si sta profilando una società della disinfor-
mazione strutturale e intenzionale che produce un ulteriore allontanamento
della realtà. Non a caso Jorge Louis Borges commentava, ben prima dell’avven-
to di internet, che le persone si occupavano di cose volgari, come la politica e
il calcio. Pertanto, la comprensione della realtà diventa un elemento preminente
di questo tempo segnato dall’eccesso incontenibile delle informazioni. Un
metodo di individuazione delle informazioni rilevanti è quello dell’intelligence,
che riguarda l’intelligenza e quindi con la logica, la razionalità, il pensiero. È
noto che la capacità di assumere decisioni è sempre ridotta, come ha spiegato
il premio Nobel Herbert Simon, nella sua teoria delle decisioni a razionalità
limitata, spiegando che le nostre scelte vengono condizionate da una serie di
fattori che impediscono una decisione ottimale . Dal mio punto di vista, l’in-
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telligence può rappresentare la radice della conoscenza, in quanto è un metodo
necessario per tutti: alle persone per orientarsi nell’ambito della società della
disinformazione; alle imprese per competere nella globalizzazione; agli Stati per
garantire il benessere e la sicurezza ai propri cittadini. Ciò potrebbe rappresen-
tare una materia fondamentale da inserire nei programmi scolastici, una specie
di educazione civica, media education, un uso consapevole di internet contro i
rischi informatici e uno sviluppo del pensiero critico e creativo. Come si vede,
la raccolta delle informazioni da applicare alla sicurezza è un concetto ampio
che riguarda sia la vita delle persone sia le attività di imprese e Stati in una
dimensione in cui il concetto di sicurezza si è di molto allargato, venendo a con-
figurare la sicurezza come un diritto universale, personale e sociale insieme.
Eppure c’è ancora una bassa percezione della sicurezza sia in ambito sociale sia
in quello informativo.
(62) A. BOZEMAN, Political Warfare in Traditional and Totalitarian Societies: a Comparison, in AA.VV.,
Hydra of Carnage, 1986.
(63) R. DEBRAY, Lo stato seduttore, Le rivoluzioni mediologiche del potere, Editori Riuniti, Roma, 2003.
(64) A. TOFFLER, Lo choc del futuro, Rizzoli, Milano, 1972.
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