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LA SICUREZZA DEGLI STATI TRA GUERRE PSICOLOGICHE
                                    E STRATEGIE DI INTELLIGENCE



             non solo per verificare le condizioni commerciali, economiche, culturali, politi-
             che dei rispettivi Paesi ma approfondivano gli aspetti psicologici e caratteriali
             dei ceti dominanti che assumevano le decisioni. Questa capacità di manipola-
             zione è stata ritenuta valida in relazione alla politica estera americana . Queste
                                                                              (62)
             considerazioni richiamano la necessità di suddividere tra informazione azienda-
             le, orientata verso i privati, e che tende a sedurre e si manifesta attraverso la pro-
             paganda, e informazione pubblica, che dovrebbe rappresentare la base della
             democrazia, favorendo partecipazione e trasparenza ma che si può trasformare
             in disinformazione e manipolazione , come dimostra il caso accennato dei
                                                (63)
             Pentagon Papers. Sotto questo aspetto, si sta profilando una società della disinfor-
             mazione  strutturale  e  intenzionale  che  produce  un  ulteriore  allontanamento
             della realtà. Non a caso Jorge Louis Borges commentava, ben prima dell’avven-
             to di internet, che le persone si occupavano di cose volgari, come la politica e
             il calcio. Pertanto, la comprensione della realtà diventa un elemento preminente
             di  questo  tempo  segnato  dall’eccesso  incontenibile  delle  informazioni.  Un
             metodo di individuazione delle informazioni rilevanti è quello dell’intelligence,
             che riguarda l’intelligenza e quindi con la logica, la razionalità, il pensiero. È
             noto che la capacità di assumere decisioni è sempre ridotta, come ha spiegato
             il premio Nobel Herbert Simon, nella sua teoria delle decisioni a razionalità
             limitata, spiegando che le nostre scelte vengono condizionate da una serie di
             fattori che impediscono una decisione ottimale . Dal mio punto di vista, l’in-
                                                          (64)
             telligence può rappresentare la radice della conoscenza, in quanto è un metodo
             necessario per tutti: alle persone per orientarsi nell’ambito della società della
             disinformazione; alle imprese per competere nella globalizzazione; agli Stati per
             garantire il benessere e la sicurezza ai propri cittadini. Ciò potrebbe rappresen-
             tare una materia fondamentale da inserire nei programmi scolastici, una specie
             di educazione civica, media education, un uso consapevole di internet contro i
             rischi informatici e uno sviluppo del pensiero critico e creativo. Come si vede,
             la raccolta delle informazioni da applicare alla sicurezza è un concetto ampio
             che riguarda sia la vita delle persone sia le attività di imprese e Stati in una
             dimensione in cui il concetto di sicurezza si è di molto allargato, venendo a con-
             figurare la sicurezza come un diritto universale, personale e sociale insieme.
             Eppure c’è ancora una bassa percezione della sicurezza sia in ambito sociale sia
             in quello informativo.


             (62)  A. BOZEMAN, Political Warfare in Traditional and Totalitarian Societies: a Comparison, in AA.VV.,
                  Hydra of  Carnage, 1986.
             (63)  R. DEBRAY, Lo stato seduttore, Le rivoluzioni mediologiche del potere, Editori Riuniti, Roma, 2003.
             (64)  A. TOFFLER, Lo choc del futuro, Rizzoli, Milano, 1972.

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