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LA SICUREZZA DEGLI STATI TRA GUERRE PSICOLOGICHE
E STRATEGIE DI INTELLIGENCE
In tale ottica, le difese informatiche vengono erette per essere costante-
mente violate. Tutto ciò determina un’insicurezza strutturale sommata alla sor-
veglianza continua a cui siamo sottoposti dall’interazione con le tecnologie,
annullando di fatto la privacy personale. Quali possono essere le vie da percor-
rere? Proviamo a ipotizzare due possibilità: Stati più forti ed educazione più
accentuata. In questo Mundus furiosus gli Stati sono sempre più necessari ma
hanno perso la propria centralità, a vantaggio delle multinazionali e dei poteri
globali, dove spiccano i protagonisti dell’economia digitale e le organizzazioni
criminali. L’altra centralità è rappresentata dall’istruzione che deve essere preva-
lentemente pubblica e di qualità per fornire gli strumenti di comprensione della
realtà alla stragrande maggioranza delle persone, attraverso una formazione
continua e ibrida che coniughi l’insegnamento in presenza con quello erogato
attraverso le tecnologie, considerando che oggi l’ambiente educativo prevalente
è rappresentato dalla dimensione cyber: l’intelligence è centrale nella capacità di
comprensione del mondo. Pertanto, occorrerebbe inserire nei percorsi scolasti-
ci e universitari questa disciplina quale punto di incontro di saperi umanistici e
scientifici, riproponendo davvero al centro l’uomo come misura di tutte le cose.
Questa considerazione di Protagora, pensatore ateniese del V secolo a.C.,
è particolarmente significativa poiché proviene da un filosofo itinerante e quin-
di a suo agio nel web del XXI secolo. Un’ulteriore conferma che il pensiero
deve prevalere sulle tecnologie.
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