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PROSPETTIVE EUROPEE




          confisca nel sistema delle fonti internazionali, attesa la molteplicità degli atti con
          cui, nel corso del tempo e in modo non sempre coerente, è stato composto un
          complesso quadro giuridico di riferimento per far fronte alle specifiche esigen-
          ze di cooperazione giudiziaria penale internazionale.
               Esso mira soprattutto a finalità di ordine pratico, in primo luogo ad offrire
          un supporto ermeneutico nella non agevole ricostruzione dei rapporti tra le
          diverse fonti che regolano la materia. Di volta in volta si forniranno anche sug-
          gerimenti di tipo applicativo, per affrontare alcuni problemi che sorgono nella
          fase esecutiva dei provvedimenti di sequestro e confisca in giurisdizioni stranie-
          re. In tale contesto si darà conto, ove possibile, di alcune soluzioni già speri-
          mentate da Eurojust, riportate nel rapporto operativo adottato dal Collegio di
          quell’organismo nei primi mesi del 2019, basato sull’analisi di molti casi opera-
          tivi trattati dall’Agenzia.
               L’esame degli strumenti normativi toccherà anche le più recenti novità
          introdotte nel diritto UE, quale il Regolamento 2018/1805, che si applicherà a
          tutti gli Stati membri da esso vincolati a partire dal 19 dicembre 2020.
               Il tema in esame ha acquisito sempre maggiore rilevanza a causa dello svi-
          luppo dei fenomeni criminali su scala transnazionale ovvero per la progressiva
          delocalizzazione se non per l’occultamento, all’estero, degli investimenti illeciti e
          dei proventi delittuosi; spesso, dunque, le decisioni di sequestro e confisca adot-
          tate all’interno del procedimento per l’accertamento della responsabilità penale da
          reato (o da illecito amministrativo dipendente da reato), vanno eseguite, in tutto
          o in parte, in un territorio sottoposto ad altra giurisdizione nazionale. D’altro
          canto, la possibilità di attuare con successo provvedimenti di confisca dei proceeds
          of  crime costituisce uno dei parametri decisivi per verificare il grado di efficacia
          della cooperazione giudiziaria internazionale, nell’azione di contrasto al crimine
          organizzato e alle possibili forme di illecita accumulazione della ricchezza.
               L’individuazione, il sequestro e la confisca dei proventi di reato è, infatti,
          uno degli obiettivi fondamentali di politica criminale in quanto funzionale alla
          stessa conservazione delle democrazie moderne, minacciate dalla formazione di
          contropoteri economici illegali.
               In origine, in assenza di appositi trattati, la possibilità di cooperazione era
          legata alla sostanziale coincidenza o compatibilità con le norme dei vari ordina-
          menti  interessati  dalle  procedure  di  cooperazione  attivate  per  le  esigenze  di
          sequestro e confisca. Senonché, l’esistenza di diversi modelli di sequestro e con-
          fisca a livello nazionale, ha obiettivamente posto l’esigenza di una progressiva
          armonizzazione delle normative interne in materia.
               La risposta, sul piano del diritto internazionale, non è stata immediata: tra-
          dizionalmente, infatti, i trattati di assistenza giudiziaria concepivano la rogatoria


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