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STUDI GIURIDICO-PROFESSIONALI




                  Nell’ipotesi in esame, a rendersi autore di siffatta situazione antigiuridica
             può essere sia il genitore non affidatario - in caso di separazione - sia il genitore
             che  con  l’altro  coniuge  condivida  l’esercizio  della  responsabilità  genitoriale,
             espressione con la quale il legislatore ha recentemente sostituito quella rivelatasi
             oramai obsoleta di potestà, da alcuni autori interpretata, in dottrina risalente,
             nel senso di magistratura domestica che voleva i figli soggetti ai padri per la loro
             cura ed educazione e da altri, invece, come istituto avente finalità protettive
                               (1)
             per il figlio e quindi nel suo interesse .
                                                (2)
                  Dal punto di vista strutturale, atteso il peculiare contesto nel quale collocare
             le ragioni della condotta criminosa, caratterizzato da evidenti criticità legate a rela-
             zioni familiari complesse nonché a scenari di conflittualità di coppia, il lavoro si
             apre con un inquadramento di carattere generale volto ad analizzare le principali
             tappe evolutive che hanno condotto ad una radicale riforma della famiglia nel
             sistema giuridico. Proseguendo, si procede nell’esame del delitto di sottrazione di
             minori di cui all’articolo 574, collocato nell’ambito dei delitti contro la famiglia nel
             capo relativo ai delitti contro l’assistenza familiare. Nel complesso, obiettivo del-
             l’indagine è quello di analizzare i tratti genetici della fattispecie in commento: la
             condotta integrante l’illecito, la sua portata offensiva, i soggetti attivi autori del
             reato, l’elemento soggettivo e la natura del delitto, unitamente a una serie di ulte-
             riori aspetti emersi nel corso delle argomentazioni fornite dalla giurisprudenza.



             2.  La realtà familiare e la dimensione normativa: i rapporti di famiglia
               nell’ordinamento giuridico
                  “La famiglia è la cellula primigenia della società: è il primo naturale nucleo
             della comunità sociale. In essa l’individuo non solo nasce, ma si forma e si svi-
             luppa, ricevendo quell’educazione da cui dipende il suo destino come uomo e
             come cittadino” .
                            (3)
                  Con queste parole, nel suo storico Manuale di Diritto Penale, Antolisei
             introduce il capitolo dedicato ai reati contro la famiglia, la cui specifica tratta-
             zione forma oggetto del Titolo XI del Libro secondo del codice penale.


             (1)  Così per RICCI (1886), in F. FERRACUTI, (a cura di), Aspetti criminologici e psichiatrico-forensi dell’età
                  minore, in TRATTATO DI CRIMINOLOGIA,  MEDICINA CRIMINOLOGICA E PSICHIATRIA FORENSE,
                  vol. 6, Milano, 1987, pag. 129.
             (2)  FERRARA, Diritto delle persone e di famiglia, Napoli, 1941, per il quale, contrariamente al pensiero
                  dell’autore citato in nota precedente, la patria potestà “non è espressione né della signoria del
                  capo della famiglia né della sovranità dello Stato”, da F. FERRACUTI, op. cit., pag. 132.
             (3)  Così in F. ANTOLISEI, Manuale di Diritto Penale, Parte speciale, volume I, settima edizione,
                  Milano, 1977, pag. 356.
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