Page 32 - Rassegna 2018-4
P. 32
STUDI GIURIDICO-PROFESSIONALI
rendendo quindi la fattispecie realizzabile da incertam personam, in secondo luogo
perché i soggetti agenti sono quasi sempre riconducibili alla categoria del “lupo
solitario”, non quindi supportati da alcuna struttura associativa direttamente
coinvolta nell’esecuzione dell’atto.
Conforto a quanto detto si trova nella succitata sentenza (Corte Cass. V
Sez. Pen., Sent. 6061/2017) ove i giudici affermano trattarsi di fattispecie la cui
pericolosità non appare ictu oculi manifesta e che certamente giustifica una
ancora più accentuata anticipazione della soglia di rilevanza penale: non foss’al-
tro per la potenziale enorme diffusività di quel bagaglio di conoscenze, messo
a disposizione di un numero indeterminato e pressoché infinito di “lupi solita-
ri”, con organizzazioni terroristiche pronte ad ascrivere a sé la riferibilità dei
comportamenti violenti posti in essere da soggetti “auto-informati”, rispetto ai
quali le organizzazioni medesime non avevano avuto alcuna occasione di con-
tatto a dispetto della - postuma - rivendicazione.
L’ordinamento giuridico ha prodotto gli anticorpi necessari per la lotta ai
due principali virus della nostra modernità: il terrorismo interno, mediante la
legge n. 304 del 29 maggio 1982 - Misure per la difesa dell’ordine costituziona-
le; la mafia, mediante l’introduzione del cosiddetto doppio binario. Entrambi gli
interventi sono frutto di un particolare momento storico e, soprattutto, di feno-
meni peculiari. Sebbene l’agire materiale sia connotato da una similitudine stru-
mentale rinvenibile nel ricorso ad armi da fuoco ed esplosivi, almeno inizial-
mente per quanto attiene il fenomeno jihadista, la fenomenologia contempora-
nea è caratterizzata da due rilevanti differenze individuabili, da un lato, nel-
l’estremo sacrificio di cui ulteriormente si armano i terroristi moderni e, dall’al-
tro, negli obiettivi colpiti - istituzionali all’epoca, civili oggi. Quanto al primo
dei suddetti aspetti va segnalato che la pubblicazione edita da Teun van
Dongen dell’International Center for Counter-Terrorism Center - the Hauge (organi-
smo dottrinale dell’UE), dal titolo “The Fate of the Perpetrator in the Jihadist
Modus Operandi: Suicide Attacks and Non-Suicide Attacks in the West,
2004-2017”, nell’analizzare le modalità di attuazione degli attacchi condotti in
occidente dal 2004 al 2017, ha suddiviso il modus operandi degli attentatori
in tre categorie di azioni finalizzate all’atto di violenza mortale nei confronti
del proprio obiettivo:
• attacchi suicidi (suicide attacks), l’agente uccide contemporaneamente e
intenzionalmente se stesso;
• attacchi di autopreservazione (self preserving attacks), l’agente uccide
l’obiettivo ma ha nel suo piano di condotta quello di scappare dalla scena del
crimine;
30