Page 23 - Rassegna 2018-4
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ASSOCIAZIONISMO DELINQUENZIALE FINALIZZATO
                                  AL COMPIMENTO DI ATTI DI TERRORISMO



               multiculturalismo può avere laddove al sostrato culturale venga a mischiarsi il
               fattore patologico del terrore. In altre parole, traspare l’intenzione di strumen-
               talizzare  un  crescente  malessere  sociale  indirizzandolo,  se  non  addirittura
               fomentandolo, affinché raggiunga livelli tali da costituire terreno fertile per un
               vero e proprio scontro sociale, in cui i terroristi ricoprirebbero non il ruolo di
               carnefici, bensì di agenti prodighi per il bene altrui, accogliendo - arruolando -
               i propri accoliti affinché si sentano protetti.
                    L’Italia, è noto, nella storia recente ha conosciuto il fenomeno del terrori-
               smo interno e della criminalità organizzata nelle più violente forme. Fenomeni
               che hanno profondamente segnato la legislazione nazionale, consentendo lo svi-
               luppo  di  strumenti  giuridici  e  operativi  di  contrasto  che  hanno  permesso  di
               affrontare  adeguatamente  anche  il  nuovo  fenomeno  del  terrorismo  jihadista
               caratterizzato dal diffuso utilizzo dei mezzi di comunicazione di massa, utilizzati
               direttamente e indirettamente. L’attuale stagione terroristica ha conosciuto un
               ricorso sofisticato e professionale allo strumento cinematografico il quale ha con-
               sentito la produzione di una svariata serie di clip volti al perseguimento di un dop-
               pio fine: propaganda e sgomento. Lo studio effettuato dal Combating Terrorism
               Center di West Point dal titolo “Down but Not Out: An Uploaded Examination of
               the Islamic State’s Visual Propaganda” , nell’analizzare la produzione mediatica
                                                    (6)
               di Stato Islamico dal gennaio 2015 al giugno 2018, evidenzia che:
                    • la produzione propagandistica dello Stato Islamico ha subito un sensibile
               decremento, portandosi da 754 uscite dell’agosto 2015 a 44 uscite del giugno 2018;
                    •  l’effettività  nell’utilizzo  dei  mezzi  di  propaganda  da  parte  dello  Stato
               Islamico è stata fortemente ridotta anche a causa dell’uccisione mirata da parte
               della coalizione degli operativi specificamente dedicati a questo scopo (più di
               cento nel periodo in esame);
                    • i video pubblicati dallo Stato Islamico hanno aumentato la propria dura-
               ta (passando dai sei minuti di media del 2015 ai sedici minuti e mezzo del 2018),
               diminuendo però il numero di video pubblicati (verosimilmente a causa delle
               sconfitte subite nel territorio di elezione che potrebbero aver determinato l’in-
               capacità da parte dell’organizzazione di produrre video maggiormente attagliati
               a settori specifici di audience);
                    • nonostante le sconfitte subite in Iraq e Siria, a fronte della momentanea
               diminuzione di pubblicazioni verso la fine del 2016, dall’inizio del 2017 il mate-
               riale pubblicato dalle emittenti di Stato Islamico presenti all’interno di quel ter-
               ritorio  ha  subito  un  nuovo  aumento,  evidenziando  la  capacità  dello  Stato
               Islamico di rigenerarsi;

               (6)  Del luglio 2018, scritto da Daniel Milton.
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