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CULTURA E FORMAZIONE NELL'ARMA DEI CARABINIERI REALI
infatti, Caretta ricordava le difficoltà di un militare allorché avesse dovuto:
“«sentire la protesta o la canzonatura del camerata e più tardi l’antipatia
del Superiore stesso, se, per un motivo qualunque, la sua domanda non
[fosse stata] ammessa ed egli poi [fosse dovuto] restare nel Corpo, che
aveva pur esposto il desiderio d’abbandonare ecc.»” .
(24)
in ogni caso, gli ufficiali selezionati avrebbero dovuto frequentare un
corso ove erano trattate anche le attività di carattere militare e di polizia riferite
allo speciale servizio assicurato dall’Arma .
(25)
È di particolare interesse notare che il Caretta negli altri contributi elenca-
ti, oltre a numerose osservazioni sulla legge d’avanzamento, presentava altre
considerazioni, ad esempio, sulla necessità di equilibrare l’arruolamento degli
ufficiali, ipotizzando l’istituzione di un’Accademia unica per l’Esercito, di una
Scuola per sottufficiali in promozione ad ufficiali e differenti Scuole di Applicazione
per gli aspetti di carattere più tecnico per ciascuna Arma dell’Esercito .
(26)
Nel suo ultimo contributo, Caretta sviluppò alcune considerazioni sul
socialismo e sul rapporto di questo con i dipendenti dello Stato .
(27)
in particolare, dopo aver analizzato alcune questioni relative al pensiero
politico socialista, l’attenzione si spostava dapprima sul rapporto tra socialismo
e dipendenti civili dello Stato e poi sugli effetti del socialismo sull’Esercito.
Nei suoi scritti emergeva, inoltre, una serie di problematiche intrinseca-
mente connesse all’evoluzione della società italiana del periodo quali le “unioni
illegali” , le difficoltà economiche legate ad uno stipendio che non consentiva
(28)
(24) E. CARETTA, Sull’organizzazione del Corpo, cit., pag. 87. il commento della Giunta si riferiva al mili-
tare che era intenzionato a transitare nell’Arma. Caretta sottolineava come i toni sarebbero stati
decisamente più duri nel caso in cui la Giunta si fosse occupata del reclutamento degli ufficiali.
(25) Tale attività didattica integrativa prese piede unicamente a partire dal 1921 quando fu possi-
bile, oltre che necessario, ospitare presso la Scuola Allievi Sottufficiali di Firenze, su incarico
del Ministero della Guerra, i “corsi d’integrazione per ufficiali subalterni dell’Arma, reclutati
durante la guerra 1915-1918 dalle armi di Fanteria, Artiglieria, Cavalleria e Genio”, Ente
Editoriale per l’Arma dei Carabinieri, Carabinieri 1814-1980, Roma, Ente Editoriale per
l’Arma dei Carabinieri, 1981, pag. 393.
(26) Solamente all’indomani del secondo dopoguerra, fu istituita un’unica Accademia nella quale
condurre la formazione di base dei futuri ufficiali. Precedentemente i percorsi formativi si
erano divisi tra l’Accademia militare di Torino e la Scuola Militare di Modena (poi Accademia
di Fanteria e Cavalleria all’interno della quale si sarebbero svolti i corsi destinati agli allievi
ufficiali dei Carabinieri reali). Più in generale si veda Enrico CARETTA, La legge per l’avanzamen-
a
to nel Regio Esercito considerata in rapporto ai limiti d’età - 2 edizione accresciuta di scritti vari
intorno a questioni militari d’attualità, Torino, Fratelli Bocca Editori, 1905.
(27) ENRiCo CARETTA, Il socialismo in sé stesso e nei suoi effetti sugli impiegati civili e militari dello Stato,
Torino, Fratelli Bocca Editori, 1908.
(28) i matrimoni celebrati con il solo rito religioso senza effetti civili. Molti ufficiali dell’Esercito,
non potendo presentare alcuna richiesta di regio assentimento al matrimonio perché sprov-
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