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LA RIVOLTA SICILIANA DEL ‘SETTE E MEZZO’



                       Come  un  rombo  di  tuono
                  l’eco della generale rivolta, e la par-
                  ticolare notizia di quanto era acca-
                  duto,  si  stava  immediatamente  dif-
                  fondendo nel territorio circostante,
                  provocando sinistri rigurgiti popola-
                  ri  che  saranno  infatti  forieri  di  un
                  altro  crudele  e  tragico  destino  di
                  morte  per  i  Militari  dell’Arma  che
                  prestavano  servizio  nella  Stazione
                  dell’Arma  del  poco  distante
                  Comune       di    Santa     Maria
                  dell’Ogliastro, il cui nome, come si è
                  detto, da allora in poi sarà mutato in
                  quello di Bolognetta.
                       Nella  diffusione  a  macchia
                  d’olio della ribellione che investì in
                  quella  metà  del  mese  di  settembre
                  del 1866 l’intera provincia palermi-
                  tana, le battute dei Carabinieri Reali
                  nell’area in questione non conobbe-               Gustave Le Gray
                  ro soste.                                 Quartier de Castre à Palerme, giugno 1860
                       Le  pattuglie  delle  locali                  (Stampa all’albumina)
                  Stazioni  avevano,  infatti,  ricevuto
                  dai superiori Comandi l’ordine di spostarsi da un Comune all’altro per control-
                  lare e rafforzare la sicurezza pubblica cosi tanto gravemente compromessa dai
                  rivoltosi. In questo senso fu dato l’ordine dal Luogotenente dei Carabinieri di
                  Corleone al Brigadiere a cavallo Remigio Taroni, Comandante la Stazione di
                  Ogliastro, di perlustrare la zona circostante il bosco di Ficuzza fino al vicino
                  paese di Marineo.
                       Dal raffronto comparativo delle fonti ufficiali con quelle storiografiche
                  emerge che i nove Carabinieri a cavallo guidati da Taroni una volta che giunsero
                  a  destinazione  furono  avvertiti  dal  Comandante  della  Guardia  Nazionale  di
                  Marineo che il loro esiguo numero di uomini rischiava di essere travolto dalle
                  bande armate che stavano per entrare in quel paese e perciò furono consigliati
                  di ritornare a piedi ad Ogliastro portando ciascuno con sé come unica difesa
                  personale  una  pistola,  non  prima  di  essersi  mimetizzati  in  abiti  civili  e  aver
                  lasciato divise, cavalli e fucili alla stessa Guardia Nazionale.


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