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LA RIVOLTA SICILIANA DEL ‘SETTE E MEZZO’
ottobre , ci presenta l’esatta ricostruzione della sorte toccata ai Carabinieri che
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si difendevano all’interno della Stazione di Misilmeri. Anche le contemporanee
fonti giornalistiche ed orali la integrano in un quadro che appare finanche più
fosco .
(12)
Aperta una breccia, un’ondata umana irruppe nella Caserma, trucidò i
ventuno Militari, fece barbaramente scempio dei loro cadaveri, seviziò i loro
corpi, issò sulle picche le loro teste agitandole, in un crescendo di orrore, come
macabro trofeo per le vie del paese. Nella furia omicida, essa fu implacabile con
i superstiti, braccando un Carabiniere presso il lavatoio pubblico ove fu ucciso
dalle donne a colpi di pietra e a morsi. Soltanto un Carabiniere fra quelli dispersi
riuscì, come è stato tramandato nel racconto dei vecchi del luogo, ad essere sal-
vato dalla sua fidanzata misilmerese che lo nascose travestendolo con abiti fem-
minili.
Gustave Le Gray
Rue de Tolède à Palerme, giugno 1860 (Stampa all’albumina)
(11) Anche questa relazione è contenuta nel volume del Generale C.A. Arnaldo FERRARA (op. cit.,
pagg. 56-57).
(12) Tra queste fonti ricordiamo la notizia del ‘Giornale di Sicilia’ del 24 settembre 1866 che
obiettivamente informava i lettori che “a Misilmeri si commisero atrocità senza esempio e
senza riscontro negli annali della più efferata barbarie” e la pubblicazione del coevo giorna-
lista romano Vincenzo MAGGIORANI, Il sollevamento della plebe di Palermo e del circondario nel set-
tembre 1866, Stamperia militare, Palermo, 1866. Il Maggiorani fu però accusato, come stigma-
tizza Mauro De Mauro, di parzialità filo-governativa e di larvati accenni razzistici verso l’in-
dole dei siciliani).
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