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IL CAMBIAMENTO ORGANIZZATIVO CENTRATO SU E CON LE PERSONE



               revisionare anche le strutture organizzative, che rinnovando continuamente il
               setting di regole interne e diventando più flessibili, permettono all’impresa di
               cavalcare l’onda del cambiamento e di emergere in un oceano rosso colmo di
               competitor. Seppur le aziende si presentano ben strutturate, servendosi di un
               organigramma ben definito, con un sistema di gestione della qualità certificato
               a livello internazionale (ISO9001) e rispondenti a specifici standard di prodotto
               e di processo (assicurando risposte ottimali alle esigenze dell’ambiente esterno
               e alle volatilità trasformazionali), celano al proprio interno armonia e dinamicità
               nella gestione della supply chain, nel decentramento decisionale, nel clima e nella
               propria cultura organizzativa. Quest’ultima evolutasi in pluralistica e quasi digi-
               tale viene raccontata al mercato attraverso i social media e si integra di pari passo
               con le altre variabili in evoluzione. Per accrescerla si ricorre all’etica (anch’essa
               dinamica),  allo  storytelling e  alla  “giustificazione  sociale”  (conoscenza  situata,
               contestualizzata e relazionale, ovvero, risultante dall’interazione sociale). Vision,
               valori e conoscenze vengono condivisi e si sopraelevano dall’essere individuale
               all’essere organizzativi. Inoltre, attraverso le tecnologie digitali (TD) e gli spazi
               virtuali generati dai social network, le imprese riducono ampiamente le distanze
               con l’ambiente esterno comunicando e ricevendo feedback attraverso visualizza-
               zioni, “Mi piace” e condivisioni, provenienti dalle interazioni tra gli utenti.
                    Le organizzazioni contemporanee possono essere viste come una sorta di
               melting pot, che riunisce diversi tratti, processi e comportamenti diacronici e sin-
               cronici… dove l’ibridismo organizzativo richiama e si assimila costantemente
               con la ciclicità dei processi, la trasversalità dei sistemi e la turbolenza dell’am-
               biente esterno. A comprovare quanto sopradetto intervengono i team inter-con-
               nessi del modello holacracy, lo smartworking adottato dalla Tim, dall’Enel e dalla
               Ferrero, la consapevolezza richiesta dalla curva ad U di Scharmer e così via.
                    La  disamina  attenta  e  puntuale  sposta  l’asse  di  focalizzazione  dell’analisi
               sull’impresa immersa nel sociale che deve adottare un processo di crescita soste-
               nibile  perseguendo  un  approccio  human  centered.  L’impresa  impara  a  stare  nel
               mondo e ad operare in esso con l’intento di creare valore per tutti i partecipanti:
               clienti,  dipendenti,  stakeholder,  istituzioni  ecc.,  e,  al  contempo,  contribuisce  al
               benessere comune (sustainability-as-flourishing). Per una risposta ottimale e soddisfa-
               cente a tali esigenze è necessario che il lavoratore con i suoi comportamenti riesca
               a combinarsi in maniera inter-funzionale nei processi operativi e di business sia
               adoperando e potenziando tutte le sue competenze, sia adeguando le strutture
               informatiche a supporto e per facilitare la cooperazione. Pertanto l’HRM (human
               resources management) ricopre un ruolo strategico, proattivo e propositivo capace di
               aggiungere valore all’impresa che nel caso del pubblico è valore sociale.


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