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STUDI
GIURIDICO-PROFESSIONALI
Il cambiamento organizzativo
centrato su e con le persone (*)
Prof. Stefano PANEFORTE
Professore di “Organizzazione e Gestione Risorse
Umane” alle Facoltà di Economia delle Università
Tor Vergata e degli Studi Internazionali di Roma
SOMMARIO: 1. Premessa - 2. Un possibile modello di lettura. - 3. Un aggiornamento biblio-
grafico sul cambiamento alla luce dell’Industria 4.0. - 4. Conclusioni.
1. Premessa
Durante gli ultimi decenni i “guru” hanno continuato ad affermare che “il
cambiamento è l’unica costante”: ogni organizzazione ha infatti subito delle
spinte uniche al cambiamento e ha cercato di rispondere in qualche modo.
Questa constatazione ha imposto, dunque, alle imprese e alle istituzioni la neces-
sità di risolvere l’endemica dicotomia tra complessità e flessibilità, attraverso una
vera e propria “presa di coscienza” del loro necessario co-esistere. Gestire la
complessità significa, in sostanza, non solo cambiare le proprie mappe di lettura
del contesto (con specifico riferimento alla flessibilità strategica), ma anche crea-
re le condizioni per interpretarla e risolverla attraverso strumenti manageriali ad
hoc. Il disordine dunque diventa principio ispiratore della ricerca di strumenti
organizzativi, finalizzati appunto alla gestione del cambiamento, alla creazione di
“ordine” e, dunque, di innovazione. Parlare di cambiamento organizzativo signi-
fica, a mio avviso, non solo analizzare l’organizzazione nel suo incessante evol-
vere, ma addirittura, e permettetemi la metafora, “entrarvi dentro” toccando
l’anima stessa di essere organizzazione. La pratica manageriale e l’accademia
hanno da sempre posto l’accento sul cambiamento e sulle variabili critiche, con
focus e “lenti di ingrandimento” diverse nel divenire degli anni.
(*) - Articolo sottoposto a referaggio anonimo.
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