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CARABINIERI E INTELLIGENCE. L’IMPEGNO ITALIANO IN SOMALIA AFIS (1950-1956)
Suo primo Segretario
Principale fu l’austriaco Egon
Ranshofen Wertheimer, il quale alla
fine del suo mandato, dichiarò
all’Amministratore che l’Italia
aveva nel suo gioco una grande
carta: i Carabinieri… (11) e il
Governo italiano seppe utilizzarla
bene, ancora prima di ottenere
ufficialmente l’Amministrazione,
con una rete informativa, peraltro
già presente e capillare che si era
mantenuta, in modo occulto,
nonostante la presenza dei britan-
nici .
(12)
Occorre, infatti, ricordare che
l’Italia, con il Servizio Informazioni
Militari (SIM, istituito nel 1925),
aveva un’ottima tradizione infor-
mativa nel Corno d’Africa, avendo
il 1° agosto 1934 costituito una Foto 2: Mappa dei Centri controspionaggio SIM in
Somalia negli anni Trenta in Maria Gabriella
Sezione (poi Servizio). Pasqualini, Carte segrete dell’intelligence Italiana
Informazioni Africa Orientale 1919-1949, pag. 109. (©ph.firuzeh).
(AOI), che durante il conflitto
divenne Sezione ‘I’ delle Truppe Operanti.
Dal 7 gennaio 1937 tutta l’attività di controspionaggio fu trasferita
alle dipendenze del Comando Superiore dell’Arma dei Carabinieri Reali
presso il Governo Generale AOI (Africa Orientale Italiana), con un incre-
mento nella capillarità della rete informativa, soprattutto nelle zone confi-
narie, (foto 2).
Questa rete, non completamente distrutta nei nove anni di permanenza
britannica sul suolo somalo, fu poi utile all’Arma per una concreta ripresa di
contatti nel 1949/1950.
(11) Archivio dell’Ufficio Storico Arma dei Carabinieri (AUSCC), posizione 871.15, L’Arma dei
Carabinieri nella fase iniziale di riorganizzazione della polizia somala. 1950-51, Monografia firmata da
Raoul BRUNERO, 1960, pag. 30.
(12) L’Assemblea Generale ONU approvò il 2 dicembre 1950 l’Accordo di Tutela approvato dal
Consiglio di Tutela il 27 gennaio 1950, ratificato dall’Italia il 4 novembre 1951.
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