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L’AFFAIRE DUBUC - 1787-1805. BONAPARTE, L’INDIA E LE SPIE
stipulare un nuovo trattato con Ali Khan che lo impegnava a confermare la tri-
plice alleanza del 1790 con Poona e Calcutta, licenziare il corpo francese, ora
comandato da Jean-Pierre Piron, consegnare gli ufficiali come prigionieri di
guerra e pagare alla Compagnia un sussidio annuo di 41.750 sterline per man-
tenere una guarnigione di seimila sepoys bengalesi con forte artiglieria. Pur
avendo fatto tumulare Musa Rom in un obelisco ornato di un tempio greco
sulla collina di Malakhet sopra il campo francese , il Nizam aveva dato carta
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bianca ad Aristu Jah e il 1° settembre aveva segretamente firmato il trattato pre-
liminare, ratificato a Calcutta il 18 settembre .
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Il 6 ottobre, quando la colonna dei sepoys bengalesi era a tre giorni da
Hyderabad, arrivò [via Mar Rosso] la devastante notizia che Bonaparte era sbar-
cato in Egitto. Inoltre le piogge gonfiarono il fiume Musi separando l’avanguar-
dia, arrivata il 9, dal grosso e dall’artiglieria, mentre la corte si rifugiò nella for-
tezza di Golconda e tergiversò fino al 20 prima di ordinare lo scioglimento del
corpo francese. Piron si consegnò spontaneamente con lo stato maggiore, men-
tre i sepoys sequestrarono gli ufficiali inferiori reclamando le paghe arretrate:
sotto tiro dei bengalesi e con la promessa della liquidazione e del reimpiego alla
fine deposero le armi .
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Il 22 Piron rimise pure le insegne del corpo, bandiere tricolori con al cen-
tro la mezzaluna e una daga sormontata da un berretto frigio . Duecento
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francesi, inclusi quaranta ufficiali, furono spediti nel porto bengalese di
Masulipatam [Machilipatnam] in attesa di essere imbarcati per l’Inghilterra .
(157)
Nel frattempo, da Bombay era arrivata la notizia della distruzione della flotta
francese ad Abukir (1° agosto). Nella lettera del 26 novembre al governatore
generale, il Comitato segreto dei direttori della Compagnia osservava che la
distruzione della flotta francese e la resistenza araba e ottomana avevano com-
plicato la spedizione di Bonaparte, ma che se fosse riuscito a consolidarsi in
Egitto avrebbe messo a rischio i possedimenti inglesi in India.
(153) In seguito lui e i suoi successori avrebbero onorato ogni anniversario della morte, deponen-
do sotto l’obelisco una scatola di sigari e una bottiglia di birra, tradizione cessata con l’an-
nessione indiana del 1948 [Dalrymple, pagg. XXXIV e 138-139].
(154) Wilks, op. cit., pag. 358.
(155) Wilks, op. cit., pagg. 359-360. Dalrymple, op. cit., pagg. 140-152.
(156) Advices, XLVIII, pag. 171. Negotiations, pagg. XIX-XX nt.
(157) Hougton, «France in Asia», Madras Courier, Sat 17th Nov 1798. «Indeed the soldiers are infec-
ted with the democratic ideal and recently arrested Perron [Piron] and all his officers. Perron
escaped and sought refuge with the British. He solicited Colonel Roberts (our new Resident
at Hyderabad replacing Kirkpatrick) to help him. For this reason Roberts held discussions
with the Nizam, obtained the loan of some cavalry and French officers and the democrats
have quietly surrendered themselves to this detachment under Roberts. No shots were fired».
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