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TRIBUNA DI STORIA MILITARE




                  Intanto Ripaud continuava a recitare la sua parte e il 7 maggio obbligò il
             centinaio  di  residenti  francesi  a  Seringapatam,  in  parte  reduci  della  seconda
             guerra anglo-Mysore comandati da tale Dompard , a formare un Club giaco-
                                                            (118)
             bino con tanto di cariche sociali e di verbale redatto (fino al 7 giugno) dal gar-
             zone di un orologiaio .
                                 (119)
                  Il club formò pure una guardia nazionale con un regolamento di disci-
             plina che puniva anche gli ufficiali per deviazioni politiche o maltrattamento
             dei volontari, e che il 15 maggio al vecchio «Camp Lally», tra 84 salve di can-
             none e 500 razzi, ricevette il Tricolore e giurò fedeltà alla Repubblica e guerra
             agl’inglesi,  sfilando  poi  in  parata  davanti  al  «Citoyen  Tipu»,  con  in  testa
             Ripaud presidente, Dompard comandante, Vreneire ufficiale e otto citoyens-
             artilleurs.
                  Appreso l’evento, «Musa Ram» ossia «Monsieur Raymond», alias il guasco-
             ne  e  ardente  patriota  repubblicano  Michel  Joachim  Marie  Raymond  (1755-
             1798), «Amar e Ginsi» (controllore delle munizioni) e comandante i 23 batta-
             glioni regolari (10mila uomini) del Nizam di Hyderabad, riprese contatto co
             Dompard, suo ex-commilitone nel Corpo Lally .
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                  Avuta notizia di queste avances da Tipu e non da Dompard, Ripaud
             se  ne  allarmò,  e  il  25  maggio  scrisse  al  «Citoyen  Sultan»  calunniando
             Raymond come notorio realista e spia degli inglesi, ma chiedendo al tempo

             (118) Advices, pag. XX = Kausar, pag. 286. Narrative Sketches of  the Conquest of  the Mysore, effected by
                  the British Troops and their allies, 4th May 1799, London, Justins, 1800, pag. 110. Erano i resti
                  dei mercenari francesi dell’esercito di Hyder Ali rimasti dopo il ritiro dei loro superiori,
                  generale David Charpentier de Cossigny (1740-1801), colonnello Lally (fanteria) e capitano
                  Pimorin  (artiglieria,  arrivato  da  Mahé),  ordinato  dal  governatore  di  Pondichéry  Bussy-
                  Castelnau. Gli inglesi riconobbero a Lally e Pimorin di aver invano cercato di fermare il mas-
                  sacro dei britannici dopo la disfatta di Pollilur (10 settembre 1780).
             (119) «Procès-verbal  des  séances  du  club  des  Jacobins  formé  à  Seringapatam»,  in  Joseph
                  Michaud, Histoire des progrès et de la chûte de l’empire de Mysore, sous les règnes d’Hyder-Aly et
                  Tippoo Saïb, Paris, Giguet, 1801, pagg. 251-276. The Asiatic Annual Register for the Year 1799,
                  London, Debrest, 1800 pagg. 216-254. Proceedings of  a Jacobin Club formed at Seringapatam,
                  pagg. 175-195 [corrispondenti alle pagine 516 ss. degli Addresses].
                  Il club entrò pure ne La Vigie de Koat-Ven, Roman maritime 1780-1830, [Bruxelles, Méline,
                  1834, IV, pagg. 277-295], di Eugène Sue (1804-1857). Wilks, pag. cit., pagg. 342-43, equivoca
                  le date, posticipando la creazione del club al 1798 e attribuendola a Chappuis e Dubuc anzi-
                  ché a Ripaud.
             (120) Oltre ai francesi, la task force di Raymond includeva ufficiali americani. I sepoys erano
                  convinti che Raymond e il suo vice Piron fossero divenuti musulmani, e il medico del
                  corpo, capitano Bernard Fantôme, praticava la medicina ayurvedica e unani. Wilks, op. cit.,
                  pagg. 318-324. William Dalrymple, White Mughals: Love and Betrayal in eighteenth century India,
                  Viking, 2002, pagg. XXXIV, 61, 83, 90, 101. Jadunath Sarkar, «General Raymond of the
                  Nizam’s Army», in Mohammed Taher, Muslim Rule in the Deccan, New Delhi, 1997, pagg.
                  125-144.

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