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TRIBUNA DI STORIA MILITARE




                  Dubuc era comunque a Mauritius nel febbraio 1787, quando per sua sfor-
             tuna vi conobbe Imbert, durante la sosta della fregata La Résolution nel viaggio
             di ritorno da Canton. E la famiglia del nostro doveva essere la stessa del Jacob
             Dubuc de Marcussy, capitano al reggimento coloniale de l’Île de France (108e) nel
             1789 (99)  e nel 1793 .
                              (100)
                  Lo conferma anche il fatto che Dubuc, qualificato «écuyer» , si dichiara-
                                                                           (101)
             va, o veniva presentato da Imbert, come «parent» di Giuseppina Beauharnais ,
                                                                                      (102)
             la  quale  era  effettivamente  lontana  cugina  di  un  più  famoso  du  Buc  de
             Marcussy,  Louis-François  (1759-1827),  lo  stratega  dei  ricchi  piantatori  della
             Martinica che aveva consegnato l’isola agli inglesi nel 1794, e, dopo la sua resti-
             tuzione alla Francia col trattato di Amiens, ne era divenuto portavoce presso
             Napoleone .
                       (103)
                  è dunque possibile che i Dubuc di Mauritius fossero un ramo dei du Buc
             de Marcussy, originari della Normandia, la cui presenza in Martinica risaliva al
             1657 e la nobiltà al 1701. Peraltro nelle recenti pubblicazioni su questa fami-
             glia (104)  non si menzionano rami ‘orientali’.
                  Le vicende di Pierre-Paul tra il 1787 e il 1798 ci sono ignote, a parte il suo
             matrimonio (105)  con una ragazza molto più giovane, Jeanne Bouttée (1776-1812),
             da cui ebbe nel 1797 la primogenita Lucille Angélique Marie, poi Adelaide e

             (99)  Nel febbraio 1789 era a Pondichéry, assieme ad altri 5 ufficiali del suo reggimento e ad altri
                  due del Reggimento de l’Ile Bourbon (Réunion), per la scelta di un nuovo tutore di due orfa-
                  ni.  Arrêts  du  Conseil  Supérieur  de  Pondichéry,  analisés  par  Mr  Gnanaou  Diagou,  Société  de
                  l’Histoire de l’Inde Française, Tome IV 1785-1789, Pondichéry-Paris, 1936, n. 656, pagg.
                  438-439.
             (100) Léon Hennet, État militaire de France pour l’année 1793, Paris, 1903, pag. 175. Risulta pure un
                  Dubuc de St-Victor, capitano al 106e Régiment du Cap (pag. 173).
             (101) V. Geneanet, “Virginie Dubuc” (Guillaume Devienne).
             (102) Police, I, n. 1519, pag. 488 (24 giugno 1805).
             (103) Nel 1804 presentò l’adresse della Martinica all’imperatore, e alla restaurazione tornò nell’iso-
                  la come intendente. Sidney Daney de Marcillac, Histoire de la Martinique depuis la colonisation
                  jusqu’en 1815, Fort-Royal, Ruelle, 1846, vol. V e VI.
             (104) Yvan Brunet du Buc de Mannetot, Si la Martinique m’était contée à travers l’Histoire des chevaliers
                  du Buc de la Normandie à la Martinique... en passant par la Turquie, Éditions du Buc, 2008. Id.
                  avec F. Renard-Marlet, La saga des Du Buc, 2013. Sulla leggenda della Valide sultan creola,
                  ispirata da una pièce teatrale, e sulla sua identificazione con una ragazza du Buc, v. Jacques
                  Petitjean Roget, J’ai assassiné la sultane Validé, Société d’Histoire de la Martinique, 1990.
             (105) Nel 1800, prigioniero di guerra, Dubuc risiedeva con la famiglia a Pondichéry, ma la piccola
                  e indifendibile colonia francese sulla costa di Coromandel si era arresa il 23 agosto 1793 agli
                  inglesi, il che esclude che il matrimonio e soprattutto il concepimento della primogenita
                  potessero  essere  avvenuti  a  Pondichéry.  Più  probabilmente  il  matrimonio  avvenne  a
                  Mauritius nel 1796. Non sappiamo se Dubuc fosse rimasto nell’Isola ininterrottamente dal
                  1787, magari come corsaro, o vi fosse tornato proprio nel luglio 1796 su una delle quattro
                  fregate dell’ammiraglio Sercey.
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