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LA RESPONSABILITÀ INTERNAZIONALE PER GLI ILLECITI COMMESSI DAL PERSONALE
IMPEGNATO ALL’ESTERO IN MISSIONI DI PEACEKEEPING ALLA LUCE DELLA PRASSI
È attraverso i comandanti dei contingenti nazionali che gli ordini dalle
Nazioni Unite vengono trasmessi alle varie unità ed è in questo modo che i singoli
contingenti sono sottoposti al ‘comando’ o al ‘controllo’ delle Nazioni Unite. Il tra-
sferimento dell’autorità dagli Stati contributori all’Organizzazione è pertanto limi-
tato. Alle truppe, inoltre, non può essere richiesto di agire al di fuori dei limiti del
mandato della missione e lo specifico accordo tra l’ONU e il Paese contributore,
mentre i comandanti nazionali vengono in genere consultati per quanto riguarda la
pianificazione delle operazioni e la fase decisionale, soprattutto quando ciò attenga
ai loro contingenti . Infine, occorre sottolineare che i contingenti nazionali restano
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pur sempre soggetti alle proprie leggi e strutture militari di appartenenza, sebbene
essi non possano sollecitare o accettare istruzioni o ordini dai Paesi di invio nello
svolgimento delle mansioni affidate loro dalle Nazioni Unite. Gli Stati possono
mantenere una linea di comunicazione rispetto a questioni amministrative, ma non
sono autorizzati ad impartire direttive al loro personale militare che vada contro gli
ordini delle Nazioni Unite o il mandato della missione .
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Va anche detto, però, che nella pratica non sono infrequenti casi di devia-
zione da questa regola e che, essendo il contributo delle truppe volontario, gli
Stati hanno pur sempre la possibilità di ritirare in qualsiasi momento i propri
contingenti, questione che accresce la loro influenza sull’intera gestione della
missione .
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4. La questione dell’attribuzione della condotta dei peacekeeper alle
Nazioni Unite
L’ONU ha costantemente sostenuto la tesi secondo la quale, dal momento
che le forze di peacekeeping hanno lo status di organi delle Nazioni Unite, il loro
(27)- M. BOTHE, peacekeeping, in B. SIMMA et al. (a cura di), The charter of the United nations: a
commentary, Oxford, 2002, pag. 688; UN Doc. A/49/681, cit., par. 19.
(28) - UN Doc. A/49/681, cit., par. 7.
(29)- R. MURPHY, op. cit., pag. 55; M. ROSE, Fighting for peace: lessons from bosnia, Londra, 1999, pag.
106; S. GORDAN, op. cit., pag. 33; M. BOTHE, T. DÖRSCHEL, The Un peacekeeping experience, in D.
FLECK (a cura di), The Handbook of the law of visiting Forces, Oxford, 2001, pag. 487; F. FLEITZ,
peacekeeping Fiascoes of the 1990s: causes, Solutions, and U.S. interests, Westport, 2002, pag. 80.
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