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OSSERVATORIO DI DIRITTO INTERNAZIONALE
Con l’eccezione dell’intervento in Corea del 1950, identificabile come un
esempio di imposizione piuttosto che di mantenimento della pace (peace-enforce-
ment), queste operazioni si svolgevano con il consenso dello Stato in cui esse
operavano, nel rispetto di un generale divieto di uso della forza - se non per
legittima difesa - e con scarso controllo del territorio .
(7)
Le missioni istituite dopo il 1989 hanno spesso assunto, invece, carattere
multifunzionale, con il dispiegamento di operazioni ‘integrate’ che includono,
oltre a una forza militare mobile, una forte componente civile .
(8)
I peacekeeper sono stati di frequente impiegati per un’ampia varietà di nuovi
compiti e responsabilità, quali il disarmo, la formazione e la supervisione delle
forze di polizia locali, il monitoraggio elettorale, il reinsediamento dei rifugiati (9)
e la promozione dei diritti umani, nonché l’esercizio di funzioni governative.
L’esercizio di queste nuove tipologie di incarichi ha anche condotto ad un offu-
scamento della distinzione tra ‘mantenimento’ e ‘imposizione’ della pace, in
particolare dopo gli interventi in Somalia e nella ex Iugoslavia.
Neppure il passaggio alle missioni di peacekeeping cosiddette ‘robuste’ è
stato privo di problemi .
(10)
In particolare, mandati poco chiari, ambigui, ad esempio, sulla questione
cruciale dell’uso della forza, hanno spesso prodotto confusione e incertezza,
talvolta con seri problemi di coordinamento tra il comando operativo e quello
politico della missione .
(11)
(7) - N. WHITE, op. cit., pag. 202; C. GRAY, international law and the Use of Force, Oxford, 2008, pagg. 298-302.
(8) - La prima di tali operazioni è considerata la United nations Transition assistance group
(UNTAG), dispiegata in Namibia nel 1989 e istituita con la, risoluzione del Consiglio di sicu-
rezza n. 632 (1989) del 16 febbraio 1989. N. J. SCHRIJVER, introducing Second generation peace-
keeping: the case of namibia, in aFRican JoURnal oF inTeRnaTional anD coMpaRaTive
law, 1994, pag. 1; G. CELLAMARE, op. cit., pagg. 25 ss.
(9) - Sul punto sia consentito il rinvio a E. ZANIBONI, verso l’erosione dell’elemento territoriale dell’isti-
tuto dell’asilo nel diritto internazionale? in U. LEANZA (a cura di), le migrazioni, una sfida per il diritto
internazionale, comunitario ed interno, Atti del Convegno annuale della Società italiana di Diritto
internazionale di Roma, 17-18 giugno 2004; Napoli, 2005, pagg. 291 ss.
(10) - N.P. KOFI, Un Robust peacekeeping: civilian protection in violent civil wars, New York, 2014; T.
TARDY, a critique of Robust peacekeeping in contemporary peace operations, in C. WEBEL, J.
JOHANSEN (a cura di), peace and conflict Studies: a Reader, Londra, 2012, pag. 331.
(11) - Per un esempio dei problemi creati da missioni di questo tipo, si veda R. DALLAIRE, Shake
Hands with the Devil: The Failure of Humanity in Rwanda, Toronto, 2004, pagg. 233 ss.
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