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ELEMENTI DI CONVERGENZA DEL MODELLO DI SICUREZZA EUROPEO VERSO IL
                   MODELLO STATUNITENSE NELLA GESTIONE DEI FLUSSI MISTI IRREGOLARI


                     Dopo decenni di ampia ed incisiva protezione dei diritti umani in qualun-
               que situazione, gli Stati e la Commissione sono alla ricerca di un nuovo e diver-
               so equilibrio tra diritti umani e sicurezza.
                     Sembra infatti che l’Europa pur di contrastare i flussi irregolari sia dispo-
               sta anche a comprimere indirettamente la tutela dei diritti fondamentali reinter-
               pretando ed applicando le pertinenti politiche e misure in termini politicamente
               più pragmatici e giuridicamente più formalistici. In altre parole, sembra che ci
               sia maggiore disponibilità, mediante più pragmatismo politico e flessibilità giu-
               ridica, a sacrificare una certa misura di idealismo in materia di diritti umani sul-
               l’altare di una sicurezza rafforzata.
                     Le deroghe e la futura riforma del sistema di Strasburgo, la diversa gestio-
               ne dello spazio Schengen, il rafforzamento delle politiche di rimpatrio, la discu-
               tibile natura e “paternità” della Dichiarazione UE-Turchia e il maggiore affida-
               mento sulla cooperazione ed assicurazioni degli Stati terzi sono emblematici
               tanto di un rinnovato approccio al tema della sicurezza quanto di una sorta di
               instabilità giuridica che si annida nei sistemi dell’Unione, di Strasburgo e degli
               Stati membri.
                     Fermo restando che l’avvicinamento del modello di sicurezza europeo a
               quello statunitense si manifesta attraverso un orientamento generale maggior-
               mente securitario (e non mediante l’adozione di specifiche misure quali gli omi-
               cidi stragiudiziali) e che, comunque, i due modelli non potranno mai coincidere
               essendo troppo diverse le rispettive culture e tradizioni politico-giuridiche, in
               ogni caso tale avvicinamento genera instabilità e crisi di identità giuridica. Pur
               continuando l’Europa a garantire per il momento un elevato livello di tutela dei
               diritti umani, la ricerca di maggiore sicurezza mediante la limitazione del ruolo
               dei giudici e l’interpretazione più formale che funzionale del diritto potrebbe
               introdurre soluzioni aliene alla cultura garantista del nostro continente.
                     Il timore è che se in futuro il formalismo della politica europea entrasse
               in aperto conflitto con il funzionalismo dei giudici potrebbe mancare, in questo
               momento storico-politico, la volontà politica di comporre “pacificamente” un
               tale conflitto tra poteri. Un primo banco di prova potrebbe riguardare la com-
               patibilità con la normativa europea ed internazionale della cooperazione avviata
               dall’Unione con gli Stati terzi per la gestione dei flussi.


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