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OSSERVATORIO DI DIRITTO INTERNAZIONALE
Se, ad esempio, le critiche mosse a tale cooperazione dalle ONG, dal
Consiglio d’Europa e dall’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati
trovassero accoglimento dinanzi ai giudici europei, quale sarebbe la reazione
della politica e, in particolare, di alcuni Stati membri? Vi sarebbe la stessa dispo-
nibilità mostrata in passato ad accettare e rispettare, ad esempio, le sentenze
Abu Qatada e Hirsi Jamaa oppure farebbe proseliti l’atteggiamento dei Visegrad
States (Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacchia) sulle quote di ricollo-
cazione dei richiedenti protezione?
Ogni risposta è certamente prematura ma certi indizi segnalano l’urgenza
di trovare in modo condiviso un nuovo equilibrio giuridico tra sicurezza e diritti
umani per evitare il rischio che la politica in Europa prima o poi cominci a
seguire troppo da vicino un modello di sicurezza - quello statunitense - che con
riguardo a certe prassi e politiche resta molto lontano da quello europeo in ter-
mini di un «decent respect to the opinions of mankind» e dei diritti umani.
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