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LA PERSONALITÀ PSICOPATICA. VIAGGIO NEL MALE TRA VALUTAZIONE CLINICA,
DILEMMA MORALE E PROTEZIONE SOCIALE
Franco Basaglia era ancora lontanissimo dal venire al mondo così come lo
era la scoperta della clorpromazina , ma Pinel fu una pietra miliare per la com-
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prensione, e non il contenimento, del disagio mentale.
Pinel, mosso così dalla volontà di dotare la giovane scienza psichiatrica di
un criterio classificatorio, si produsse in un pervicace lavoro di “cattura ogget-
tiva” della “fluidità soggettiva” della mente alienata. Si trattò, per esser chiari,
del fondamentale passaggio che portò il folle, individuo da contenere, a divenire
un malato, un paziente di cui studiare la vita, il presente ed a cui assegnare una
terapia. Pinel abbandonò la diade diagnostica classica “del delirio e delle febbri” e
si concentrò sugli aspetti qualitativi del disagio che andava indagando: intelletto,
emozione, volontà.
Nel 1801 elaborò così le categorie della melanconia, della mania, dell’idioti-
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smo, della demenza, che fluttuavano tra i due ambienti dello stato psicotico e della
scarsità di dotazione intellettiva. Ma fu durante questi studi che si accorse che
un certo numero di internati presentavano una folie (o manie) sans delire. Ne sco-
prì uno, in particolare, che aveva commessi, in gioventù, atti di malvagità sugli
animali, per poi prodursi in violenze e passioni da giovane adulto ed infine in
stupri ed omicidi da adulto. Si trattava di un individuo calmo, dotato di qualità
intellettive di prim’ordine, non presentava deliri, psicosi, era rapido nel ragiona-
mento ed anche affabile, ma tuttavia non era né pentito né attanagliato dal
rimorso per i crimini commessi, ed era pronto a commetterli ancora se ciò gli
avesse giovato in qualche modo.
Ciò che colpì Pinel in questo tipo di ricognizione fu in particolare la
costanza del buon funzionamento intellettivo, della capacità ideativa, dell’assen-
za di psicosi, senza la presenza tuttavia di espressioni emotive parimenti ade-
guate e mature, come l’empatia, o la compassione, il pentimento.
(7) - A Franco Basaglia, psichiatria goriziano, si deve l’introduzione della Legge nr. 180/78 che cambiò
radicalmente il concetto e le modalità della cura psichiatrica, anche criminale, in Italia. Promotore e
sostenitore della “antipsichiatria”, nel senso di profondo cambiamento del rapporto con il paziente
psichiatrico, Basaglia si affidò alla “relazione” ed alla “comunicazione” col malato, in luogo del solo
suo contenimento. L’avvento della clorpromazina, uno psicofarmaco che agisce sul regime dopami-
nergico, così spegnendo allucinazioni e aggressività, fece scomparire le terapie a base di elettroshock,
sbalzi termici, bagni, induzione di febbri, che fino ad allora costituivano la prassi terapeutica.
(8) - Con l’opera “Traité médico-philosophique sur l’aliénation mentale ou la manie”, 1801.
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