Page 93 - Rassegna 2017-3
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LA PERSONALITÀ PSICOPATICA. VIAGGIO NEL MALE TRA VALUTAZIONE CLINICA,
                               DILEMMA MORALE E PROTEZIONE SOCIALE


                  Franco Basaglia era ancora lontanissimo dal venire al mondo così come lo
             era la scoperta della clorpromazina , ma Pinel fu una pietra miliare per la com-
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             prensione, e non il contenimento, del disagio mentale.
                  Pinel, mosso così dalla volontà di dotare la giovane scienza psichiatrica di
             un criterio classificatorio, si produsse in un pervicace lavoro di “cattura ogget-
             tiva” della “fluidità soggettiva” della mente alienata. Si trattò, per esser chiari,
             del fondamentale passaggio che portò il folle, individuo da contenere, a divenire
             un malato, un paziente di cui studiare la vita, il presente ed a cui assegnare una
             terapia. Pinel abbandonò la diade diagnostica classica “del delirio e delle febbri” e
             si concentrò sugli aspetti qualitativi del disagio che andava indagando: intelletto,
             emozione, volontà.
                  Nel 1801 elaborò così le categorie della melanconia, della mania, dell’idioti-
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             smo, della demenza, che fluttuavano tra i due ambienti dello stato psicotico e della
             scarsità di dotazione intellettiva. Ma fu durante questi studi che si accorse che
             un certo numero di internati presentavano una folie (o manie) sans delire. Ne sco-
             prì uno, in particolare, che aveva commessi, in gioventù, atti di malvagità sugli
             animali, per poi prodursi in violenze e passioni da giovane adulto ed infine in
             stupri ed omicidi da adulto. Si trattava di un individuo calmo, dotato di qualità
             intellettive di prim’ordine, non presentava deliri, psicosi, era rapido nel ragiona-
             mento  ed  anche  affabile,  ma  tuttavia  non  era  né  pentito  né  attanagliato  dal
             rimorso per i crimini commessi, ed era pronto a commetterli ancora se ciò gli
             avesse giovato in qualche modo.
                  Ciò  che  colpì  Pinel  in  questo  tipo  di  ricognizione  fu  in  particolare  la
             costanza del buon funzionamento intellettivo, della capacità ideativa, dell’assen-
             za di psicosi, senza la presenza tuttavia di espressioni emotive parimenti ade-
             guate e mature, come l’empatia, o la compassione, il pentimento.


             (7) - A Franco Basaglia, psichiatria goriziano, si deve l’introduzione della Legge nr. 180/78 che cambiò
                 radicalmente il concetto e le modalità della cura psichiatrica, anche criminale, in Italia. Promotore e
                 sostenitore della “antipsichiatria”, nel senso di profondo cambiamento del rapporto con il paziente
                 psichiatrico, Basaglia si affidò alla “relazione” ed alla “comunicazione” col malato, in luogo del solo
                 suo contenimento. L’avvento della clorpromazina, uno psicofarmaco che agisce sul regime dopami-
                 nergico, così spegnendo allucinazioni e aggressività, fece scomparire le terapie a base di elettroshock,
                 sbalzi termici, bagni, induzione di febbri, che fino ad allora costituivano la prassi terapeutica.
             (8) - Con l’opera “Traité médico-philosophique sur l’aliénation mentale ou la manie”, 1801.

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