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LO SCIOGLIMENTO DEGLI ENTI LOCALI PER INFILTRAZIONE MAFIOSA
e. Condizionamento di funzionari e dipendenti pubblici
La funzione d’indirizzo dell’attività delle amministrazioni spetta ai politici
che, tuttavia, terminato il loro mandato, sono soggetti al giudizio elettorale, il
cui esito è sempre incerto.
Le mafie, quindi, che hanno puntato su certi amministratori per il perse-
guimento di determinati scopi, potrebbero trovarsi in difficoltà, se gli stessi non
venissero rieletti.
Perciò, la criminalità organizzata, per la cura di determinati affari, predilige
condizionare direttamente i funzionari amministrativi che, spesso, sono coloro
che conferiscono continuità ai progetti mafiosi, indipendentemente dal ricam-
bio conseguente ad una consultazione elettorale.
In merito a tale problematica, si è visto come l’art. 143 del T.U.E.L. ha sta-
bilito che, anche il livello dirigenziale, responsabile della gestione, sopporti le
conseguenze di eventuali illecite condotte che concorrono al fondamento della
proposta di scioglimento formulata dal Prefetto .
(17)
f. Irregolarità amministrative
Laddove il governo del territorio viene esercitato da amministratori collusi
con la criminalità organizzata, i segni sono evidenti:
- assenza di piani regolatori;
- inefficienza dei servizi di polizia municipale;
- strade dissestate;
- rifiuti abbandonati;
- abusivismo edilizio anche sul suolo demaniale;
- assistenza sanitaria inesistente e/o disorganizzata;
- aree cimiteriali abbandonate e servizi funebri imposti e monopolizzati,
personale assunto in maniera clientelare e senza merito;
- assolutamente impreparato ad affrontare le incombenze lavorative.
(17) - La norma permette il contrasto all’infiltrazione mafiosa anche nei riguardi dei dirigenti e dei
dipendenti degli enti locali, al cui livello sono assai più riccorrenti i collegamenti con la cri-
minalità organizzata, siano esse parentele, frequentazioni, connivenze, collusioni o altro.
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