Page 30 - Rassegna 2017-3
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STUDI GIURIDICO-PROFESSIONALI



                    Si  ha  un  consistente  movimento  migratorio  al  quale  si  sovrappone  (in
               totale autonomia) l’invio di prestigiosi capi ‘ndranghetisti al soggiorno obbliga-
               to. Si ha l’affermazione fino al predominio criminale su scala locale di uno di
               questi capi. La saldatura di fatto tra potere ‘ndranghetista e comunità immigrata
               realizza nella forma più classica la relazione biunivoca tra il paese madrepatria
               e la provincia di insediamento, fino a esprimere progressivamente all’interno di
               questa relazione un tipico processo di colonizzazione. Processo leggibile, più
               ancora che con la categoria della complicità, con la categoria della “compaesa-
               nità”.
                    Lo studio mette in luce anche altre costanti: ad esempio lo sviluppo inizia-
               le di forme estorsive o di intimidazione selettive, dirette cioè primariamente verso
               i propri compaesani e corregionali; come anche la crescita spontanea e pulvi-
               scolare di imprese calabresi nei settori con più basse barriere all’ingresso e la
               conseguente occupazione di forza lavoro del paese di origine.
                    Soprattutto si registra la tipica conquista dal basso di porzioni di economia
               e società reggiana. La violenza non è assente da questo quadro, come talora si
               ripete invece nei dibattiti politici, ma è a bassa intensità, rivolgendosi assai più
               contro le cose che contro le persone, e ciononostante rivelandosi bastevole a
               modellare comportamenti e atteggiamenti personali e sociali.
                    Il ricorso a questo capitale di violenza viene a sua volta sottovalutato o
               ignorato grazie al consueto processo di rimozione, benché esso si presenti qui,
               come detto, nella originale forma della teoria degli anticorpi.
                    Ancora, si afferma la mescolanza di economia legale ed economia illegale,
               con le ricorrenti motivazioni oggettive e soggettive che mettono in comunica-
               zione le imprese dei clan con imprenditori e professionisti locali. Infine si rea-
               lizza, quasi a coronamento, e in certi casi a spiegazione, di alcuni dei processi
               su elencati, una certa condizione di ospitalità della politica e delle istituzioni nei
               confronti dei clan: ospitalità non generalizzata, ma capace di manifestarsi pun-
               tualmente attraverso le azioni e le omissioni di persone in grado, se non contra-
               state, di “dettare la linea” dei fatti.
                    Talora prevale in questo gioco di azioni e reazioni l’opportunismo politico,
               talaltra un sorprendente livello di infedeltà verso le istituzioni dello Stato da
               parte di loro esponenti.

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