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TRIBUNA DI STORIA MILITARE



                    reinach ipotizzò che il biglietto anonimo fosse una mossa concordata tra
               Esterhazy ed Henry per convincere Weil a tenere la bocca chiusa sulla calligrafia
               del bordereau. Non è tuttavia da escludere una connessione col contemporaneo
               tentativo di mathieu Dreyfus e del Cdt Ferdinand Forzinetti (1839-1909) , di
                                                                                      (141)
               convincere dell’innocenza di Dreyfus proprio rochefort, il più autorevole gior-
               nalista dell’estrema destra . in seguito Weil depose infatti che proprio in quei
                                        (142)
               giorni il direttore dell’Intransigeant gli aveva mandato a chiedere se avesse rice-
               vuto lettere anonime, e di avergliene fatte avere un paio .
                                                                     (143)
                    Come se non bastasse, il nostro era tenuto d’occhio pure dalla Sûrété géné-
               rale, per via di un altro suo vecchio amico, il prefetto isaïe Levaillant (1845-1912),
               lui  pure  ebreo  alsaziano,  che  una  campagna  dei  bonapartisti  aveva  costretto  a
               dimettersi da capo della polizia investigativa (144)  e che, da poco tornato a Parigi
               come caporedattore de L’Univers israélite impegnato nella difesa di Dreyfus, veniva
               definito un «fort dangereux individu» da François Guénée, agente di collegamento
               della Sûrété con la sezione statistica. L’agente messo alle costole di Weil aveva però
               riferito che continuava le sue ricerche di storia militare («dessinait beaucoup et
               décalquait des desseins») e non sembrava aver ripreso contatti con Levaillant .
                                                                                       (145)
                    in dicembre Weil ricevette da rouen una lettera ricattatoria di Esterhazy
               che  bussava  a  quattrini  dicendo  di  non  potersi  pagare  neppure  il  biglietto
               rouen-Parigi e di essere perseguitato da un suo superiore (146)  e minacciando di

               (141) - il coraggioso governatore della prigione militare di Cherche-midi in cui era stato detenuto
                     Dreyfus e che era strenuo assertore della sua innocenza.
               (142)- WHYTE, op. cit., pag. 104 nt. 67.
               (143)- Deposizione Weil 9 maggio 1904, pag. 327.
               (144)- «L’affaire  Schwob  et  isaïe  Levaillant»;  «La  révocation  du  juif  isaïe  Levaillant»,  La  Libre
                     Parole, 8 et 10 février 1895. Levaillant era accusato di essere intervenuto presso alcuni magi-
                     strati per salvare i banchieri Schwob, con i quali era in rapporti di affari a Buenos aires, da
                     una condanna certa. Birnbaum, Les fous de la République, cit. maurice Schwob (1859-1928) era
                     il direttore del Phare, che solo dopo il 1897 si schierò coi dreyfusardi.
               (145) - rEiNaCH, op. cit., pag. 490 e nt. 3. Cfr. Levaillant, Ma justification: lettre aux journaux, notes com-
                     plémentaires et pièces justificatives, 1895.
               (146) - il generale Jean Guerrier [1854-1909, comandante la 1ere Brigade Chasseurs della 3e Division
                     de Cavalerie a Châlons] il quale, avvisato dal figlio che aveva prestato servizio in Tunisia, si era
                     accorto della falsificazione dello stato di servizio di Esterhazy, in cui «on avait fait figurer une
                     action d’éclat par une interpolation» e che l’aveva fatta cancellare (Deposizione Weil, 9 maggio
                     1904, pag. 325; Georges Clemenceau, Des Juges, Paris, P.-V. Stock, 1901, pag. 416).

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