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L’AFFAIRE WEIL. IL «TERZO UOMO» DELL’AFFAIRE DREYFUS
Saussier (129) e prometteva pure una perorazione a Saussier da parte di sua moglie
Henriette Landauer «qui ne lui [avait] jamais rien demandé», incurante di poter
così apparire un «mari complaisant» .
(130)
Le lettere da Bad ischl entrarono nel fascicolo ministeriale su Weil, insie-
me ai ritagli della Libre Parole, solo un anno dopo, quando furono sequestrate a
Esterhazy . ma le «démarches» a suo favore da parte di Saussier e Giovaninelli
(131)
non fecero che allarmare ulteriormente il ministro, il quale ricordò poi nella
deposizione alla corte marziale di rennes, di averne investito Picquart più o
meno in questi termini: «J’ai dit au colonel Picquart: ‘Je suis l’objet de sollicitations
étranges qui me viennent de tous côtés … M. Weil, que vous m’avez signalé comme suivi et
observé par votre service, M. Picquart ! Il remue ciel et terre; le marquis de Maison, M. Jules
Roche, le comte de Montebello, le baron de Larcinty, le général Giovaninelli, le général
Saussier, gouverneur de Paris, veulent faire entrer au ministère de la guerre le commandant
Esterhazy, au service des renseignements, dans un bureau quelconque’» .
(132)
Fortunatamente proprio la spudorata campagna di autopromozione sfer-
rata da Esterhazy fece venire a galla la verità sull’autore del bordereau, perché il
ministro fece trasmettere le due lettere autografe direttamente indirizzate a lui
da Esterhazy, a Picquart, il quale, la celebre sera del 31 agosto 1896, le confron-
tò col bordereau e riconobbe la calligrafia.
(129)- interrogato su questo punto dal procuratore generale (pag. 323), Weil rispose: «il [Esterhazy]
a prétendu que, pendant toute la période du Boulangisme, où le général Saussier avait été fort
attaqué, il avait été parmi les rares officiers qui n’avaient pas été boulangistes et l’avait appuyé».
(130)- richiesto dal procuratore generale (pagg. 322-323) di spiegare la «convenance des démarches
d’une femme auprès d’un vieux garçon [scapolo]», Weil rispose che «ma femme connaissait le
général Saussier, qui venait souvent chez nous (…) et avait comme consigne de ne jamais
demander rien au gouverneur». La lettera di Henriette a Saussier - «la seule» - sarebbe stata un
gesto caritatevole a favore della povera moglie e delle povere bambine lacere e affamate con
le quali Esterhazy si sarebbe presentato a casa di Weil per impietosirlo [episodio che potrebbe
semmai essere avvenuto nel giugno 1894, non certo nel luglio 1896: e si stenta a credere che
una marchesa de Nettancourt-Vaubécourt potesse essersi ridotta a tanto per amore di un mari-
to gaglioffo e infedele]. in evidente affanno, Weil fece pure un improvvido appello alla com-
plicità tra poveri mariti: «si par hasard vous étiez marié…», meritandosi la secca risposta del
procuratore generale: «je le suis: mais ma femme n’agirait certainement pas de la sorte».
(131) - infine nel fascicolo dell’istruttoria Tavernier. Cfr. Cass. 1, 153, Picquart: rennes, 429,
Picquart, cit. in rEiNaCH, op. cit. pagg. 283-289.
(132)- DUTraiT-CroiZoN, Joseph Reinach Historien, cit., pag. 416.
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