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L’AFFAIRE WEIL. IL «TERZO UOMO» DELL’AFFAIRE DREYFUS


             lettuali francesi, proposta accettata sul momento dalla famiglia, ma poi declinata
             come controproducente .
                                    (117)
                  il 9 febbraio, mentre Dreyfus si accingeva a partire per l’isola del Diavolo,
             Esterhazy si installava finalmente a Parigi al 47 di rue de la Bienfaisance (nomen
             omen!) tra la Gare Saint-Lazare e l’Eglise Saint-augustin a due km dalla casa di
             Weil, dove si recava assiduamente per «[le] carotter au point de vue de l’argent»,
             costringendolo a recarsi di continuo dal procuratore («homme d’affaires») di
             Esterhazy («all’11 o 13 di rue Laffitte»), per controllare che non gli avesse dato
             a intendere «lucciole per lanterne» . inoltre, abitando a cento metri dal Cercle
                                             (118)
             des armées (sede del Souvenir Français), Esterhazy intensificava la consulenza
             per il maggiore Jules-octave Biot , l’esperto militare della Libre Parole che fir-
                                             (119)
             mava i suoi articoli con «Z» .
                                       (120)
                  Peraltro a Weil non mancarono soddisfazioni. Nel 1894 e 1896 compar-
             vero  gli  ultimi  due  volumi  della  Campagne  du  1814,  infine  premiata
             dall’académie française. E quanto meno non pianse alla notizia che morès era
             stato ucciso il 9 giugno 1896 nel Sud dell’algeria, in un agguato tesogli dai


             (117) - rEiNaCH, op. cit., 2, pag. 164.
                  Dutrait-Croizon, Joseph Reinach Historien , cit., pagg. 188 e 348-49.
             (118)- Deposizione Weil 9 maggio 1904, pag. 327. «Carotter», imbrogliare, è l’unica espressione
                  colorita che si rintracci nel suo modo di esprimersi, sempre misurato.
             (119)- Cfr. Bertrand Joly, Dictionnaire biographique et géographique du nationalisme français (1880-1900),
                  Honoré Champion, 2005.
                  Sugli ossequiosi biglietti da visita di Drumont rinvenuti da Desvernine nell’ottobre 1896 tra
                  le carte mal bruciate nel caminetto di Esterhazy, v. reinach, op. cit., 2, pagg. 384-85.
             (120) - è dunque probabilmente costui anche l’autore degli articoli firmati «Z.» comparsi sul Journal
                  des sciences militaires del 1896.
                  Jean-Denis Bredin li attribuisce invece a Esterhazy, che suppone presentato alla rivista da
                  Weil [Dreyfus, un innocent: L’affaire Bernard Lazare, Paris, Fayard, 2006, pag. 132 «Le journa-
                  lisme, “la profession pour laquelle il avait plus de don”, ne se ramène pas à sa collaboration
                  secrète au journal de Drumont.
                  il donne aussi quelques notices au journal L’Autorité. Son ami maurice Weil lui ouvrira en
                  1896 les colonnes du Journal des sciences militaires.
                  Esterhazy y signera quelques articles du pseudonime Z. Et il avait engagé correspondance
                  avec le marquis de morès, témoin de Drumont, fameux agitateur antisémite, qui devait tuer
                  mayer»].
                  Cfr. Piers Paul rEaD, The Affaire Dreyfus: The Story of  the Most Infamous Miscarriage of  Justice in
                  French History, London, Bloomsbury, 2012.

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