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TRIBUNA DI STORIA MILITARE



               -il quale lo ha convocato, che Pandolfo si è allontanato arbitrariamente dalla
               Stazione  qualche  giorno  prima  e  che  quindi  coloro  che  sono  rimasti  nulla
               sanno e di niente devono rispondere.
                    Il tedesco non se la beve e lo fa anche capire, ma per il momento rinvia
               ogni decisione pur sospettando che tutti i carabinieri di Fiesole siano collegati
               con la Resistenza.
                    Inizia la battaglia di Firenze, nella quale i partigiani toscani si impegnano
               a fondo.
                    Il 4 agosto saltano i ponti sull’Arno, tranne Ponte Vecchio.
                    Hiesserich comincia a deportare i cittadini sospetti di essere avversi ai ger-
               manici e Amico teme che il Carabiniere Ciofini, reduce dallo scontro di San
               Clemente, rischi da un momento all’altro di essere arrestato, per cui lo allontana
               da  Fiesole  con  una  licenza  di  convalescenza  che  il  carabiniere  utilizzerà  alla
               macchia per proseguire la lotta clandestina. C’è lo stato di emergenza e i tede-
               schi emettono un bando che prescrive agli uomini da 17 a 45 anni di presentarsi,
               pena la morte: occorrono braccia per i lavori di difesa sulla linea Verde (Gotica)
               e disarticolare quanto possibile complicità e collaborazione della popolazione
               civile con la Resistenza.
                    Chi si presenta viene inviato più indietro nel territorio degli Appennini,
               ma molti si nascondono.
                    Hiesserich è furibondo: il 6 agosto fa arrestare il vice brigadiere Amico e
               lo fa trasferire al passo del Giogo, da dove due giorni dopo il prigioniero riusci-
               rà a fuggire e ad unirsi ai partigiani della Divisione “Giustizia e Libertà”. Riesce
               inoltre a far pervenire alla caserma di Fiesole, insieme ad un po’ di denaro, l’or-
               dine  ai  carabinieri  rimasti  di  abbandonare  la  loro  sede  e  di  raggiungerlo  a
               Firenze.
                    La sera dell’11 agosto Marandola, Sbarretti e La Rocca, si armano di mitra,
               esplosivo e bombe a mano, seppelliscono le armi che non possono portare con
               sé, e poiché i tedeschi hanno chiuso tutti i posti di blocco, stabiliscono una base
               operativa nella zona archeologica del paese. Ma intanto i tedeschi hanno scelto,
               a caso, dieci ostaggi tra coloro che si sono presentati e li rinchiudono in un sot-
               toscala dell’albergo Aurora.
                    Quando il tenente Hiesserich viene a sapere della scomparsa dei carabinie-

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