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GLI “EROI” DELL’ARMA: SALVO D’ACQUISTO NON È SOLO


             ri, manda a cercare le armi, che non però vengono trovate, e, folle di rabbia,
             proclama pubblicamente che i carabinieri fuggiaschi devono essere fucilati, o al
             loro posto toccherà agli ostaggi.
                  Dal  libro  del  generale  Ferrara,  cui  peraltro  si  è  già  largamente  attinto,
             riportiamo l’epilogo della vicenda, dopo che il custode della Confraternita della
             Misericordia, Giuseppe Olmi, è riuscito a rintracciarli e ad informarli del ricatto:
             “I carabinieri esaminano insieme le prospettive.
                  Una volta portate a termine le azioni sabotaggio predisposte, potranno
             allontanarsi senza difficoltà attraverso la vallata del Mugnone oppure superando
             Monte Ceceri e raggiungere quindi il vice brigadiere Amico per continuare la
             lotta con gli altri partigiani.
                  Una cosa è certa: il riserbo della popolazione, nel caso non si presentino.
             Sono  perciò  completamente  liberi  di  scegliere  tra  la  salvezza  e  il  sacrificio,
             dominati tuttavia dal pensiero che dieci ostaggi saranno comunque uccisi se essi
             non aderiranno all’intimazione dei tedeschi. E ben sanno quanto il nemico sia
             spietato nel portare a compimento le sue minacce e quanto poco incline sia
             all’indulgenza.
                  Infine, spontaneamente, concordemente, decidono di lasciare la loro
             sicura  posizione  per  offrire  la  salvezza  agli  ostaggi.  Si  consegneranno  ai
             nazisti.
                  A Villa Martini vengono sottoposti dal tenente Hiesserich ad un ostinato,
             lungo interrogatorio. Egli vuole sapere ogni cosa sulla Resistenza locale, vuole
             conoscere  i  nomi  dei  suoi  esponenti,  i  piani,  l’intera  organizzazione.  Insiste
             caparbiamente. Marandola, Sbarretti e La Rocca rispondono che essi si sono
             presentati soltanto per salvare la vita dei dieci ostaggi.
                  Ogni  ulteriore  tentativo  dell’ufficiale  tedesco  s’infrange  contro  la  loro
             ferma determinazione di non parlare, alla fine Hiesserich esplode urlando col-
             lericamente un breve e secco comando ai suoi uomini.
                  Sono le 19:30. Subito dopo, i tre carabinieri vengono fatti uscire e, sotto
             scorta armata, condotti al posto di blocco nazista dell’albergo Aurora.
                  Trascorre un’ora.
                  Alle ore 20:30 i tre carabinieri vengono condotti con una scorta rinforzata
             nel locale adibito a ufficio.

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