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TRIBUNA DI STORIA MILITARE
Tre giorno dopo, a Radicofani, cadeva fucilato il carabiniere Vittorio Tassi,
il quale al momento dell’armistizio dipendeva dalla stazione di Chiaveretti
(Arezzo). Datosi alla macchia, tornò a Radicofani, suo paese d’origine, dove
organizzò una banda di partigiani che, al suo comando, diede molto filo da tor-
cere ai tedeschi.
Durante un rastrellamento in val d’Orcia venne catturato insieme a cinque
compagni, che insieme a lui coprivano la ritirata del grosso dei patrioti. La scar-
na motivazione della medaglia d’oro al valor militare che venne conferita alla
sua memoria è più eloquente di un lungo discorso: “Comandante di una banda
partigiana da lui stesso organizzata, compiva arditi colpi di mano contro l’op-
pressore.
Arrestato assieme ad altri cinque partigiani e con essi destinato alla morte,
in un supremo gesto di sublime altruismo smentiva, in qualità di capo banda, la
loro appartenenza alla formazione e, dichiarandosi solo responsabile delle azio-
ni compiute, dava eroicamente la vita per salvare quella dei compagni.
Luminosa figura di elette virtù militari e di superba fratellanza umana spinta
fino al supremo sacrificio” .
(7)
Durante l’estate l’avanzata delle forze alleate sospinge i tedeschi sempre
più a settentrione, mentre la guerra partigiana li insidia nel territorio ancora da
loro occupato. Anche a Fiesole, nei pressi di Firenze, i nazisti dispongono una
linea difensiva rinforzata da campi minati, ma limitata soprattutto a coprire le
provenienze da Firenze, e quindi non atta a prevenire la gran parte delle azioni
condotte dai patrioti locali. Tra questi sono, al completo, i carabinieri della loca-
le stazione, il cui capo - vicebrigadiere Giuseppe Amico - è al tempo stesso
comandante di una delle squadre d’azione della brigata partigiana “V”, di cui
fanno parte i cinque Carabinieri della stazione: Vittorio Marandola, Fulvio
Sbarretti, Alberto La Rocca, Pasquale Ciofini e Sebastiano Pandolfo. La squadra
raccoglie informazioni e conduce di notte le sue azioni, lontano dal centro abi-
tato per evitare ritorsioni sulla popolazione.
La sua opera di contrasto e di sabotaggio ai danni dell’occupante è molto
efficiente: vengono distrutti automezzi, ponti e apprestamenti difensivi.
(7) - Associazione nazionale Partigiani d’Italia (ANPI), Donne e uomini della Resistenza, lic. CC
BY 3.c IT.
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