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GLI “EROI” DELL’ARMA: SALVO D’ACQUISTO NON È SOLO
La sera del 28 luglio arriva una staffetta partigiana, Rodolfo Lunari, che
reca anche un messaggio per la Brigata Rosselli 2: si decide che una squadra
assicuri la protezione di Lunari fino alla chiesa di san Clemente, a nord-est di
Fiesole, dove secondo messaggio sarà ritirato da un’altra staffetta partigiana
inviata dal Comando di Brigata che si trova a Monte Giovi.
Vanno in quattro: tre carabinieri (Pandolfo, Ciofini e Sbarretti) e la staf-
fetta Lunari. Ma nella zona c’è un intenso movimento di tedeschi, e improvvi-
samente da una curva dinanzi alla chiesa sbucano due vetture e un autocarro
della Wermacht, i cui occupanti scorgono Pandolfo e Lunari.
È impossibile evitare lo scontro e i due, dopo un violento scambio di
colpi, vengono feriti e catturati; invano gli altri due Carabinieri tentano una
sortita con le bombe a mano, uccidono un tedesco, distruggono il camion che
trasportava munizioni, ma non riescono a liberare i loro compagni feriti che
vengono portati via. Ciofini e Sbarretti si nascondono di nuovo e, poco dopo,
arrivano tre partigiani da Monte Giovi: è la staffetta del Comando di Brigata,
cui viene consegnato il messaggio operativo che il vice brigadiere Amico aveva
fatto infilare nella scarpa sinistra del Carabiniere Ciofini.
I due feriti catturati dai tedeschi vengono intanto consegnati alle SS, che
applicano loro le sevizie e le torture che usano abitualmente nei loro interro-
gatori, infierendo sempre più perché i prigionieri non parlano. Il 30 luglio otto
SS scortano Pandolfo alla esecuzione che ha luogo nel Bosco Nuovo di
Masseto; un sacerdote e un contadino li vedono passare e riferiranno: “Si capi-
va che aveva sofferto molto, ma procedeva con fierezza. Poco dopo udimmo
un crepitio di mitra e quando ci fu possibile addentrarci nel bosco vedemmo
il corpo esanime del carabiniere Pandolfo parzialmente coperto da rami e
foglie dentro una buca, profonda appena qualche palmo”. Il giorno dopo
tocca a Lunari.
La notizia si sparge subito a Fiesole. Alla Stazione, a parte il dolore per la
perdita di un commilitone, caro compagno di spericolate azioni notturne, ci si
rende conto che sarà molto difficile nascondere ai tedeschi la appartenenza
attiva dei carabinieri alla Resistenza.
Il vice brigadiere Amico cerca tuttavia, con molta disinvoltura, di farla
franca opponendo al locale comandante germanico - tenente Hans Hiesserich
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