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LA ‘NDRANGHETA A REGGIO EMILIA. UN CASO DI CONQUISTA DAL BASSO


             coglie le opportunità di sistemazione che nascono all’ombra di soggiornanti
             obbligati o boss che hanno scelto di trasferirsi al Nord per trovare maggiori
             spazi di azione e di ascesa sociale . È ciò che si verifica con l’arrivo al soggior-
                                            (22)
             no obbligato di Antonio Dragone nel comune reggiano di Quattro Castella.
             Come evidenzia una nota della Questura di Reggio Emilia del 12 febbraio 1983,
             in breve tempo il boss di Cutro fece affluire nel reggiano, soprattutto in alcuni
             piccoli comuni della bassa e nel capoluogo, i familiari più stretti e i fedelissimi
             con le rispettive famiglie . O, ancora, è ciò che si verifica con Nicolino Grande
                                    (23)
             Aracri, il quale pur continuando a risiedere nel crotonese poteva contare sul
             supporto di sette fratelli residenti nella provincia di Reggio Emilia per condurre
             affari criminali al Nord;
                  c) troviamo, infine, un movimento migratorio di natura economico-crimi-
             nale che si colloca a cavallo tra le due tipologie di flussi su indicati. Esso è incen-
             tivato dallo sviluppo di imprese edili calabresi abili a sfruttare il potere di scorag-
             giamento verso gli imprenditori locali e i rapporti di scambio costruiti con pub-
             bliche amministrazioni emiliane . Un flusso, questo, calamitato ulteriormente
                                           (24)
             dalle  allettanti  opportunità  che  nascono  in  coincidenza  con  grandi  catastrofi
             naturali e con la progettazione di grandi opere. Si pensi, in proposito, al violento
             terremoto che ha sconvolto le provincie di Modena e Reggio Emilia nel maggio
             2012 e ai conseguenti lavori di ricostruzione di cui hanno beneficiato anche le
             imprese delle cosche. È certo significativo che numerose società calabresi, accan-
             to a società emiliane, siano state in quel periodo escluse dalle “white list”, non
             possedendo le garanzie necessarie richieste dalle prefetture. Tuttavia secondo gli
             inquirenti della maxi inchiesta Aemilia, altre imprese legate al clan o di sua diretta
             emanazione sono invece state in grado di ottenere appalti dalla pubblica ammi-
             nistrazione per lo smaltimento delle macerie e i lavori di ricostruzione .
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             (22) - Nando DALLA CHIESA, Passaggio a Nord. La colonizzazione mafiosa, Edizioni Gruppo Abele,
                  Torino, 2016, pag. 60.
             (23) - Tribunale  di  Bologna,  ordinanza  di  custodia  cautelare  in  carcere  nei  confronti  di  Aiello
                  Giuseppe+202, Gip Alberto Ziroldi, 15 gennaio 2015, pag. 196.
             (24) - Nando DALLA CHIESA, Passaggio a Nord. La colonizzazione mafiosa, Edizioni Gruppo Abele,
                  Torino, 2016, pag. 60.
             (25) - Tribunale  di  Bologna,  ordinanza  di  custodia  cautelare  in  carcere  nei  confronti  di  Aiello
                  Giuseppe+202, Gip Alberto Ziroldi, 15 gennaio 2015, pag. 39.

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