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LE ABERRAZIONI NELLA RICERCA
                      DEI RESIDUI DELL’ESPLOSIONE DEI COLPI D’ARMA DA FUOCO


             5. Best practice operativa


                  Dal punto di vista strettamente tecnico, la american Society for testing and
             Materials International (ASTM) periodicamente revisiona le linee guida delle analisi
             relative all’ambito GSR. L’ultima versione del documento, chiamata “Standard
             Practice For Gunshot Residue analysis by Scanning electron Microscopy/energy Dispersive
             X-Ray Spectrometry” (E1588-16) non indica quali sono le modalità di esecuzione
             del campionamento, ma solo quali sono i parametri su cui il tecnico deve basarsi
             per la verifica di ciascuna particella considerata di interesse.
                  Dal punto di vista operativo, invece, ciascuna Forza di Polizia ha appron-
             tato un proprio kit di impiego dedicato. Quello dell’Arma dei Carabinieri, ad
             esempio, si compone, oltre che dei previsti dispositivi di protezione individuale,
             di tre stub dei quali uno è espressamente dedicato alla prova in bianco, essenziale
             dal punto di visto tecnico per fornire un parametro di riferimento sulle condi-
             zioni  dell’operatore  prima  ancora  che  possa  toccare  le  superfici  cutanee  del
             sospettato. In aggiunta agli stub, il kit è dotato di due tamponi cotton fioc sterili
             per i campionamenti sulle narici ed i padiglioni auricolari del sospettato di delit-
             to; questa scelta può apparire astrusa ma ha il suo fondamento nella constata-
             zione che in quelle zone è più probabile che permangano delle particelle, più
             che nelle mani e sul viso.
                  L’ENFSI (european network of  Forensic Science Institutes) in collaborazione col
             BKA tedesco, ha approntato nel 2004 un documento nel quale si individuala cor-
             retta procedura operativa che ogni operatore dovrebbe seguire per un corretto
             campionamento. Ogni Forza di Polizia, inoltre, ha un proprio protocollo interno
             di intervento che ricalca a grandi linee quanto indicato in quel documento.
                  Aldilà delle considerazioni relative alle modalità di prelievo sulle superfici
             cutanee dell’indagato, è importante porre maggiore attenzione riguardo a tutto
             il materiale che potenzialmente è venuto a contatto con la nuvola di GSR eiet-
             tati dall’arma, secondo un modello operativo che è volto da un lato all’acquisi-
             zione  del  maggior  numero  di  reperti  che  possano  essere  messi  in  relazione
             direttamente o indirettamente con lo scaricamento del colpo (si legga “maggiori
             possibilità di riscontrare una positività alle analisi”), ma anche al completamen-
             to del quadro investigativo in relazione a tutti gli agenti coinvolti.

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