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STUDI GIURIDICO-PROFESSIONALI
Kernberg osserva, infatti, che esistono forme di narcisismo - apposita-
mente definite “narcisismi maligni” - che permeano la personalità dell’individuo
portandolo a proiettare tanto determinatamente il proprio sé su un oggetto
esterno, totale o parziale, talchè egli nega di fatto ogni possibile differenza tra il
sé e l’oggetto su cui si e’ proiettato. Tale sfumatura, da un punto di vista anche
fattuale, cioè del comportamento manifesto, genera non pochi effetti nello psi-
copatico. In primo luogo l’altro è considerato strumento a totale servizio del sé,
privato come è di una individualità degna di qualsiasi rispetto , il che si traduce
(19)
nelle eccellenti capacità manipolative - manipolazione erotico-seduttiva sul ver-
sante della psicopatia femminile - e nella bugia patologica, due strumenti di effi-
cace controllo dell’altro. Proprio il “controllo dell’altro”, forse tra i più arcaici nuclei
centrali della psicopatia .
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In secondo luogo la personalità psicopatica, all’interno di un così falsifica-
to rapporto oggettuale, tenderà all’evitamento di condizioni che possono creare
dipendenza - in un’ottica di empatia - talchè dall’impossibilità di sviluppare sod-
disfacenti relazioni, il narcisista maligno scopre immediatamente un nucleo
interno di odio e di invidia: “…ti ammalio e conquisto perché non so resisterti, ma so di
odiarti così tanto che ti danneggerò…”. La realtà che lo circonda quindi può divenire
una fonte di disagio. In qualunque momento l’immagine grandiosa che egli ha
di sé può essere invalidata da un incontro, da una relazione, da un scambio. Per
tale angoscia gli “altri” e le relazioni mature e durevoli vengono evitate, nella
loro forma più profonda, e comunque gestite in modo tale da non poter essere
motivo di minaccia. Un riscontro che tragicamente conferma questo modello
interno risulta dagli studi sulle statistiche degli “atti persecutori”: un’analisi del
modello di relazione intervenuto tra reo e parte offesa porta a ritenere che vi
sia una percentuale non trascurabile di tratti psicopatici nei persecutori omicidiari .
(21)
(19) - Nell’esame criminologico, le tracce di un simile non-rapporto si individuano anche nel processo
di “de-umanizzazione della vittima”.
(20) - Giova ricordare come M. RECALCATI, tra i più affermati psicanalisti Lacaniani, abbia sottoli-
neato - in una conferenza al Maxxi di Roma - che una tra le più odiose forme di perversione
è la “perversione delle regole”, che esitano nel controllo sull’altro, a mezzo dell’esercizio sadico,
arbitrario ed onnipotente della imposizione di norme relazionali.
(21) - Da G. S. MANZI, V. CARETTI, A. SCHIMMENTI “Stalker : Psicopatologia del molestatore assillante”,
Fioriti, 2015.
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