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STUDI GIURIDICO-PROFESSIONALI



               pubblico sottoposto al giudizio contabile, anche se il criterio equitativo viene in
               alcune sentenze ritenuto applicabile solo nel caso in cui sia impossibile o estre-
               mamente difficile una diversa quantificazione del danno ancorata a parametri
               certi ; talvolta la Procura della Corte dei conti contesta una somma anche supe-
                    (26)
               riore rispetto alle erogazioni pecuniarie illecitamente effettuate a favore dei cen-
               nati funzionari o amministratori, in quanto, in base all’id quod plerumque accidit, il
               vantaggio patrimoniale che l’assuntore dell’appalto di lavori e forniture è certo
               di trarre dal rapporto con la P.A. (effettuando la propria offerta) è certamente
               superiore all’importo indebitamente corrisposto al pubblico agente.
                    Di quest’ultimo indirizzo la Corte dei Conti fa spesso applicazione anche
               nei confronti di dipendenti infedeli dell’amministrazione finanziaria che omet-
               tano accertamenti in cambio di tangenti versate dal contribuente. In tali casi, la
               (26)- Sulla quantificazione in via equitativa del danno da tangente cfr. ex pluribus Corte dei Conti,
                    sez. giur. Lazio, 14 marzo 2012 n. 414, in www.respamm.it; id., sez. II, 21 novembre 2000, n.
                    365/A, in Riv. Corte Conti, 2000, f. 6, 95; id., sez. giur. Toscana, 30 maggio 1998, n. 329/R, in
                    Sett. giur., 1998, IV, 377; Cass., sez. un., 2 aprile 1993, n. 3970, in Giust. civ., 1994, 3, I, 767. La
                    giurisprudenza prevalente ritiene in via preventiva che il danno debba essere quanto meno
                    pari alla tangente, trattandosi di una minor entrata (o di una maggior uscita, a seconda della
                    tipologia di gara pubblica), ferma restando la possibilità di una diversa e più ampia quantifi-
                    cazione del danno stesso: Corte dei Conti, sez. I, 30 settembre 1994, n. 139, in Riv. Corte
                    Conti, 1994, n. 5, 82; id., sez. I, 20 aprile 1995, n. 62, ivi, 1995, f. 2, 91; id., sez. II app., 31
                    maggio 2001, n. 192, in Sett. giur., 2001, IV, 301; id., sez. I, app., 18 giugno 2002, n. 202, in
                    Sett. giur., 2002, IV, 326; id., sez. I, app., 28 gennaio 2004, n. 28, in www.giurisprudenza.it; id.,
                    sez. I app., 3 febbraio 2004, n. 39, ivi.
                    Per la necessità che il danno da tangente sia suffragato da prove (es. perizie), vedi Corte dei
                    Conti, sez. riun., 28 maggio 1999, n. 16/Q (in Riv. Conte Conti, 1999, f. 3, 76) secondo cui
                    nelle ipotesi di danni ai beni immateriali dell’immagine, prestigio, decoro, ecc. della P.A., nel
                    caso di dazioni illecite di danaro (cosiddette tangenti) sono da ritenersi insufficienti i criteri
                    automatici di liquidazione del danno in una entità pari all’ammontare delle dazioni, senza che
                    il giudice dia conto dei motivi che lo hanno indotto a quantificarlo in tale misura. In terminis
                    Corte dei Conti, sez. riun., 15 febbraio 1991 n. 702, in Riv. Corte Conti, 1991, f. 2, 48; id., sez.
                    I app., 10 maggio 2001, n. 119, in Sett. giur., 2001, IV, 259. Il problema dell’utilizzo delle peri-
                    zie in materia è dato dalla assenza di attendibili parametri di mercato per valutare la congruità
                    di un prezzo di aggiudicazione, in quanto il mercato è spesso « drogato » dalla sistematica
                    erogazione di tangenti.
                    Sulla rilevanza della divulgazione giornalistica della percezione della tangente v. Corte dei Conti,
                    sez. giur. Sicilia, 22 aprile 1998, n. 155, in Riv. Corte Conti, 1998, f. 4, 172; id., sez. I, 30 ottobre
                    1998, n. 4, inedita. Sulla individuazione della tangente quale voce di danno all’immagine del-
                    l’amministrazione v. Corte dei Conti, sez. giur. Campania, 23 aprile 1998, n. 29, in Riv. Corte
                    Conti, 1998, n. 4, II, 129. Sulla valutazione equitativa del danno v. GARRI, I giudizi, cit., 139.

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