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LA POLITICA IN TEMA DI MIGRAZIONE NELLA GIURISPRUDENZA
                        DELLA CORTE DI GIUSTIZIA DELL’UNIONE EUROPEA

gono misure appropriate ai fini dell’applicazione di tale principio.
      Secondo la ripartizione delle competenze fra Unione europea e Stati membri è attribui-

ta all’Unione la competenza di definire le condizioni d’ingresso e soggiorno dei cittadini di
Paesi terzi che entrano e soggiornano legalmente in uno degli Stati membri, anche a fini di
ricongiungimento familiare. Gli Stati membri conservano la facoltà di stabilire i volumi di
ammissione per le persone provenienti da Paesi terzi in cerca di lavoro.

      Ai fini dell’integrazione l’Unione può fornire incentivi e sostegno a favore di misure
adottate dagli Stati membri al fine di promuovere l’integrazione di cittadini di Paesi terzi che
soggiornano legalmente nel Paese; non essendo, tuttavia, prevista alcuna armonizzazione degli
ordinamenti e delle regolamentazioni degli Stati membri”.

      Sulla lotta all’immigrazione clandestina si delineano i due profili essenziali
della delicata questione: l’Unione europea deve prevenire e ridurre l’immigra-
zione irregolare, in particolare attraverso un’efficace politica di rimpatrio, ma
sempre nel rispetto dei diritti fondamentali.

      Fermo restando che è l’Unione europea a essere competente per stipulare
accordi con Paesi terzi ai fini della riammissione nel Paese di origine o di pro-
venienza di cittadini di Paesi terzi che non soddisfano o non soddisfano più le
condizioni d’ingresso, presenza o soggiorno in uno degli Stati membri.

3. Il ruolo del Parlamento europeo

      Va sottolineato che la chiave di lettura della politica europea in tema di
migrazione proposta dal Parlamento non è stata mai troppo dissimile da quel-
la contenuta nella Dichiarazione di Roma del 25 marzo 2017, nella misura in
cui ha delineato come obiettivo perseguibile in concreto un “approccio equi-
librato” per affrontare sia l’immigrazione regolare sia l’immigrazione clande-
stina.

      La corretta gestione dei flussi migratori comporta, secondo l’avviso del
Parlamento, anche la garanzia di un trattamento equo dei cittadini di Paesi terzi
che soggiornano legalmente negli Stati membri, il rafforzamento delle misure
di lotta all’immigrazione clandestina e la promozione di una cooperazione più
stretta con i Paesi terzi in tutti i settori.

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