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CONFERENZA INTERNAZIONALE SULL’AMBIENTE
legalità anche nel settore alimentare. La legalità viene spesso considerata come
una specie di fastidio, una serie di lacci e lacciuoli. O, altre volte, come un sem-
plice problema di guardie e ladri, di semplice dialettica fra Forze dell’Ordine e
criminali, rispetto al quale i cittadini sono spettatori passivi. Ma non è così, la
legalità conviene a tutti, tutti devono esserne partecipi. Il rispetto delle regole è
nell’interesse di tutti, perché frena l’invadenza di coloro che cercano di porsi al
di sopra delle regole. In realtà, ogni recupero di legalità è un recupero di risorse,
e coincide con una più equa redistribuzione delle risorse, determina un avanza-
mento verso principi di giustizia sociale. Questo è vero ovviamente anche nel
settore agroalimentare: un cibo buono, equo e giusto, è strettamente legato a un
ambiente anche esso sano e salubre. Oggi il settore agroalimentare in Italia è
uno dei principali motori dell’economia nazionale. La legislazione vigente è
obsoleta, soprattutto perché non è al passo con la nuova dimensione transna-
zionale dell’agroalimentare. Ancora oggi, la legislazione non prevede una forte
deterrenza a delinquere - una valutazione costi benefici per un criminale moder-
no sarebbe proprio nel senso della delinquenza. Il sistema odierno è volto pre-
valentemente alla tutela dei sistema dei marchi e brevetti, piuttosto che alla tute-
la del cittadino verso le frodi. Per questo serve una riforma urgente della mate-
ria, ed è stata istituita dal Ministro Orlando una commissione con il fine speci-
fico di studiare una riforma. Nell’ottobre scorso, il Ministro ha ottenuto un ela-
borato di 49 articoli, e si dovrà ora decidere se esso diventerà un disegno di
legge. La riforma è innovativa e le sue traiettorie principali sono le seguenti. Il
diritto penale deve essere bifronte, agire sulla lesione ma anche sui rischi. Deve
essere un diritto penale non timido, capace di affermare che il momento gene-
tico del crimine economico può coinvolgere anche i segmenti apicali delle
imprese; un diritto penale pragmatico, che sappia alternare il bastone e la carota,
per esempio attraverso la valorizzazione del ravvedimento operoso. Un diritto
penale non monocorde, aperto a pene e soluzioni alternative. Un diritto penale
costituzionalmente orientato, che garantisca la salute del consumatore e anche
il buon andamento del ciclo economico. Un diritto penale poliedrico, che sappia
integrare le aspettative accademiche con quelle più esperienziali e pratiche delle
forze dell’ordine e della giurisprudenza rilevante.
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