Page 13 - Rassegna 2-2016
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CONFERENZA INTERNAZIONALE SULL’AMBIENTE

convinzione che Dio ha creato la natura e che noi siamo chiamati, come stru-
menti di Dio, a collaborare per la sua tutela. L’Ambiente è destinato a soddisfa-
re i bisogni dell’umanità. Ecco dunque il principio della destinazione universale
dei beni di questo mondo, che è esplicitato nella Laudato Si’. E questo è vero
non solo per i beni materiali, ma anche per quelli immateriali. Questa destina-
zione universale dei beni è realizzabile solo attraverso la collaborazione interge-
nerazionale. È stato dunque introdotto il concetto di ecologia integrale, intesa
come l’ecologia che comprende chiaramente le dimensioni umane e sociali.
Purtroppo, la distribuzione universale dei beni è ancora lontana dal venire: basti
pensare allo squilibrio nelle esternalità, alla volatilità dei prezzi delle materie
prime, che dipende sempre di più da una finanza aggressiva che non dall’incon-
tro domanda - offerta. In questo contesto, la Laudato Si’ si occupa di ecologia,
ma dentro una visione “cristologica”. Il creato è ricapitolato in Cristo, e il desti-
no dell’intera creazione passa per Cristo. E questa è la cifra fondamentale della
nozione cristiana dell’Ambiente e del Mondo. La Natura e il Creatore, non pos-
sono essere separati, perché la Creatura senza il Creatore, semplicemente, sva-
nisce. E allora, secondo Tomasi, il problema ecologico dice più di se stesso:
indica lo smarrimento sapienziale dell’uomo, la perdita di vista del Creatore.

      Dott. Renè Castro Salazar, Direttore Generale Aggiunto della FAO
per il Dipartimento Foreste, ha iniziato domandandosi perché siamo oggi
tutti preoccupati per via del cambiamento climatico, quando esistono molti altri
problemi che affliggono l’umanità. La risposta, secondo Salazar, sta nel fatto
che l’incremento della temperatura che deriverebbe dalla mancanza di riduzione
degli agenti inquinanti, avrebbe effetti devastanti. Un incremento della tempe-
ratura globale di 4 o 5 gradi determinerebbe un collasso totale non compatibile
con la sopravvivenza del genere umano. Purtroppo, il genere umano sta seguen-
do il sentiero sbagliato, secondo Salazar. Questo collasso è anche economico. Il
surriscaldamento globale determinerà perdite enormi economiche in molti
paesi. Se vogliamo salvarci, dobbiamo ridurre le emissioni a 2 tonnellate per
capita entro il 2050, e a 1 tonnellata per capita nel 2100. In questo quadro dif-
ficile, c’è speranza. Dopo l’accordo di Parigi, i 175 paesi sottoscrittori sono
andati a New York per una fase implementativa degli impegni presi a Parigi.

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