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PAGINE DI STORIA













            sto frangente che Cossu, fronteggiando con la fanteria
            le formazioni partigiane croate, impara le tattiche, le
            modalità di condurre le operazioni di guerriglia, le im-
            boscate  e  i  sabotaggi.  Un’esperienza  che  porrà  poi  a
            frutto sull’Appennino emiliano.
            Nella primavera del 1944 si uniscono alla formazione
            di Cossu due Brigadieri dell’Arma: Giovanni Trebeschi
            e, soprattutto, Alberto Araldi. Nato a Ziano Piacentino
            il 18 gennaio 1912, Paolo, questo era il nome di battaglia
            di Araldi, si fece ben presto conoscere nelle valli pia-
            centine; era un figlio della Val Tidone e per tal motivo
            conosceva benissimo il territorio e le sue caratteristiche.
            Il giorno dell’armistizio era stato arrestato e condotto
            nel carcere di Parma. Liberato, veniva nuovamente ar-
            restato dai fascisti poiché sospettato di favorire i perse-
            guitati politici e di fornire informazioni ai partigiani.
            Ma nel maggio del 1944 era riuscito ad evadere e si era
            unito  alle  formazioni  partigiane  della Val Trebbia  e
            della Val Luretta, preludio alla decisiva conoscenza di
            Fausto Cossu ed al formidabile connubio che tra loro
            si venne in seguito a creare.
                                                                                           IL BRIG. ALBERTO ARALDI
            Il continuo affluire di giovani volontari, molti dei quali
            carabinieri, conduce il Tenente Cossu a mutare la fisio-  detenuti, accrescono la celebrità di Cossu e dei suoi ca-
            nomia della “sua” iniziale Compagnia Carabinieri Pa-    rabinieri e ingrossano la formazione. In questo clima di
            trioti, ormai costituita da 300 uomini, in buona parte  grande fervore e dinamismo, alimentato da fama e gloria
            carabinieri (oltre 100) che avevano rifiutato di aderire  ormai acquisite dalla Brigata, si inseriscono le azioni
            alla repubblica sociale e, pertanto, in odio ai nazisti e ai  spettacolari e spregiudicate del Brigadiere Araldi, il più
            fascisti. Aumentando rapidamente le sue fila, la Com-    importante collaboratore di Cossu che in lui riponeva
            pagnia si organizza in una Brigata che assume poi la    assoluta e incondizionata fiducia, sicché nel tempo ac-
            denominazione di Brigata “Giustizia e Libertà” che conta  quisirà anche fondamentali posizioni di comando.
            ormai oltre 600 unità ripartite in diverse componenti e,  È il 22 giugno 1944. Araldi ha con sé una trentina di
            presso il Comando della Brigata, un’Intendenza, rudi-   uomini. L’impresa appare audace e molto rischiosa. La
            mentale forma di Stato Maggiore, articolata su quattro  presenza massiccia e ben armata di unità nemiche sta
            Sezioni; vengono poi istituite 3 infermerie, un centro  per provocare un ripensamento. Ma Araldi è testardo.
            radio per i collegamenti ed una centrale tipografica per  Cossu lo definisce come una persona che ha il coraggio
            la stampa di volantini di propaganda e di un periodico  freddo e glaciale di chi, sprezzando il pericolo, lo domina e
            chiamato Il grido del popolo.                           quasi ci giuoca; e al tempo stesso il coraggio impetuoso, ir-
            I successi delle operazioni condotte, come quelle al de-  ruente, che i pavidi chiamano incoscienza e forse il termine
            posito di munizioni di Cantone ed al carcere di Borgo-  non è del tutto inesatto poiché è la forma di coraggio che
            nuovo in Val Tidone che consente la liberazione di 18   occorre quando solo l’incoscienza può condurre al successo.



             10 NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 3 ANNO X
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