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perché ribaltavano il senso della restaurazione dei costumi gli sgambetti, le raccomandazioni e i giochi di potere. Lo
inteso da Augusto (di questa causa parla direttamente stesso Augusto ammirava gli scritti di Publio Nasone, ma
Ovidio); secondo, il poeta avrebbe commesso un error in sede intima.
(altro Ovidio non dice), sul quale si sono fatte delle ipo- Egli nacque poeta: tutto quanto scrivesse, gli veniva fuori
tesi (cosa ha visto che non avrebbe dovuto vedere? Era a in versi. Infatti, il suo metro è musicale, scorrevole, leggero
conoscenza degli scandalosi intrallazzi della nipote di da intendersi, fruibile, sorridente e piacevolissimo, sebbene
Augusto, Giulia, e non ne ha informato il padrone del nasconda una profondità che ai lettori “smaliziati” non
mondo? Ha cercato di favorirli?); terzo – strano a dirsi e sfugge, come non sfugge un fondale talvolta drammatico
a credersi – il poeta di Sulmona avrebbe assistito invo- (e non parliamo solo delle opere ex Ponto). Ecco: Ovidio
lontariamente a un doloroso sfogo in cui Augusto, ac- spulcia nelle dissolvenze della psiche; nei meandri del-
cortosi di avere sbagliato nel dare incarico a Publio Quin- l’amore scopre la matassa senza bandolo delle contraddi-
tilio Varo di combattere i Germani, metteva a nudo la zioni umane. Il suo scavo psicologico è sottile: viene da
sua disperazione. Varo, all’oscuro dei luoghi, scarso in chiederci quale poeta ha conosciuto così a fondo la natura
diplomazia e incapace di gestire compromessi, creò frain- femminile e l’arte della seduzione. Vi sono passi in ogni
tesi rovinando poi nella sconfitta. Era il 7 d.C. l’anno sua opera, anche nelle minori, di una tenerezza struggente,
della spedizione. Superficialmente agendo, Ovidio versi di altezza didascalica universali, una levità che copre
avrebbe composto un epigramma anonimo che però l’osare adornando di sorriso le scabrosità: è un Maestro,
venne nelle mani dell’imperatore con conseguenze ne- non un cantore leggero. Il suo capolavoro, tuttavia, consiste
faste. Una tesi tutt’altro che campata in aria, se si tiene nelle Metamorfosi (ma anche nei Fasti) dove, come scrive
conto delle date: l’anno successivo all’inizio dell’impresa Marmorale, il poeta volle produrre «un poema epico che
militare è l’8, appunto. Chissà: il terzo motivo è stato la si adattasse ai gusti del tempo per l’immensità dello scena-
goccia che ha fatto traboccare il vaso. rio, per la varietà delle situazioni e infine per l’erudizione
Comunque, quale che sia il punto fra quelli esposti (o che egli vi poteva versare a piene mani». Gli scritti dell’esilio
probabilmente tutti) la parola d’ordine del principe fu sono giudicati in modi distanti fra loro dai critici, e la
dura e irremovibile, insensibile alle richieste di perdono trattazione è complessa. Piuttosto, c’è da chiedersi, come
del Nostro, che morì nell’odierna Romania. Se la data può essere sfuggita l’opera omnia ai rigori morali della
di nascita è certa, non altrettanto lo è quella della dipar- nuova religione cristiana, se non era sfuggita a quelli d’un
tita. Per alcuni si parla del 17 d.C.; per altri dell’inizio imperatore pagano? Grandi grammatici come Donato e
del 18 d.C. Chi scrive è del parere di questi ultimi. Prisciano, ma non solo, salvarono dall’oblio gli antichi:
Incertezza di date a parte, se noi studiamo ancora con erano necessari per parlare e scrivere bene in latino. Lo
interesse, dopo due millenni, le opere di Ovidio, significa stile “nascose” lo “scomodo” contenuto, di Ovidio come
che esse contengono qualcosa di immortale. Il tempo è di Petronio, Apuleio, Catullo, Orazio e altri ancora. Fonti
un giudice implacabile, che nessuno può acquistare con inesauribili di bellezza e di stupefacente modernità.
60 IL CARABINIERE - MARZO - 2018