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Letteratura
di
ALDO
ONORATI
MAESTRO DI
LEGGEREZZA
«Q è permesso, stimola il desiderio: è disumano
uel che è lecito, non dà piacere; quanto non
chi ama quello che un altro gli concede di
amare. Noi amanti dobbiamo contemporaneamente spe-
rare e allo stesso modo temere e, anziché desiderare di
essere esauditi, prepariamoci al rifiuto. A che mi gioverebbe
una fortuna che non mi deludesse mai? Io non amo che
quanto potrebbe indurmi a soffrire»: queste splendide pa-
role, apparentemente leggère come taluni critici ingiusta-
mente dicono di tutta l’opera di Ovidio, hanno la profon-
dità psicologica delle contraddizioni dell’animo umano in
amore (ma estensibili ad ogni aspetto dell’esistenza). Sono
versi tratti dal secondo libro degli Amores, appartenente al
primo periodo dell’esperienza poetica di Publio Ovidio
Nasone. È il 19 a.C. e, l’anno successivo, Augusto promulga un viaggio in Grecia e nell’Asia Minore ed essersi fermato
leggi dure e severissime sui costumi, in particolar modo un anno in Sicilia. Ebbe due mogli dalle quali divorziò.
riguardanti il matrimonio (de maritandis ordinibus) e la Solo con la terza, Fabia, dolcissima, assai più giovane di
sessualità in genere (de adulteriis et stupro vel de pudicizia). lui, trovò quell’amore stabile che durò anche durante i
Ovidio è un autore trasgressivo e, come scrive Le M. du tristi anni dell’esilio. Non aspirò mai a cariche politiche e
Quesnay, la sua persona «negli Amores sfoggia una diver- ben presto preferì dedicarsi alla poesia piuttosto che alla
tente impudenza nel suo continuo sprezzo dei valori e lucrosa attività forense.
della moralità del potere costituito». Questo potrebbe Com’è prassi, ormai, la sua produzione letteraria viene si-
essere uno dei tre motivi per cui nell’8 d.C. Augusto al- stemata in tre periodi: quello della giovinezza, quello della
lontanò per sempre il poeta dalla capitale del mondo man- maturità e l’ultimo, il tempo passato nell’odierna Costanza.
dandolo a Tomi, odierna Costanza, sul Mar Nero. Ed è Naturalmente, tale assetto non appartiene soltanto ai casi
un punto centrale sia nella vita di Publio Nasone, sia nella della sua vita, ma anche alla qualità della sua arte, che ri-
storia della letteratura se pensiamo che una stessa sorte sente, com’è naturale, delle vicissitudini del mondo e del-
toccò, fra gli altri, a Dante e poi a Foscolo. Ma procediamo l’esistenza. Suoi contemporanei di gran peso sono Orazio,
per gradi. Tibullo, Virgilio, che nell’anno 30 a.C. inizia a scrivere
Ovidio nacque nel 43 a.C. a Sulmona, l’anno in cui Otta- l’Eneide, Tito Livio, Cornelio Gallo, Mecenate, Messala,
viano viene eletto console dal popolo contro il volere del Vario Rufo, Plozio Tucca (gli ultimi due curano la siste-
Senato. Ha un fratello maggiore di un anno: Lucio. La mazione e pubblicazione del capolavoro di Virgilio per
sua è un’antica e ricca famiglia di cavalieri, che lo mandò ordine di Augusto). È il tempo (16 a.C.) della fondamen-
a Roma per studiare giurisprudenza ed eloquenza con tale opera di Orazio Ars poetica (o “Epistola ai Pisoni”),
maestri celebri (Aurelio Fusco e Marco Porcio Latrone). che detterà le regole del comporre: regole osservate per se-
Ricoprì cariche giuridiche dopo essere tornato a Roma da coli e quindi non sconosciute a Ovidio. Ma nella vita del-
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