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Mentre proseguono
le celebrazioni per
il Bimillenario della nascita
di Ovidio, il grande
poeta latino autore delle
Metamorfosi, ne
ripercorriamo vita e fortuna
l’imperatore e in quella del nostro poeta convergono fatti società diverso da oggi. Quello che ai nostri giorni rappre-
estranei sia alla politica sia alla poesia: Giulia, la figlia di sentano, per importanza sulla massa, gli operatori televisivi
Augusto e Scribonia, conduce un’esistenza dissoluta, come e i cantautori, ieri lo facevano i poeti. Orazio, ad esempio,
farà poi l’omonima figlia di Ovidio, Giulia minore, of- dovette alla protezione di Mecenate la sua vita tranquilla e
frendo scandalo proprio contro le leggi morali promulgate comoda, la villa in Sabina, a Licenza, l’affrancamento dal
da Ottaviano, tanto che questi, nel 2 a.C., la allontana lavoro, purché però celebrasse i destini fatali di Roma,
sull’isola di Ventotene (allora Pandataria). In quegli anni come accadde per il venerato Virgilio. E dunque, conside-
Ovidio rende pubblici l’Ars amatoria, i Remedia amoris e il rando gli autori inseriti nel loro tempo, possiamo capire
De medicamine faciei. Inizia la stesura della sua opera più perché Augusto guardasse con tanto interesse e larvato ti-
famosa, le Metamorfosi (che formeranno la base – non more al successo di opere che inneggiassero alle sue gesta
confessata da Dante – delle fonti numerose dei miti antichi o le ignorassero (criticarle era impossibile). Oppure – come
citati nella Divina Commedia) e dei Fasti. Infine, tra le aveva fatto Ovidio – affrontassero in modo sottile un dis-
opere dell’esilio, da ricordare almeno le Epistulae ex Ponto senso. Ecco allora il punto dolente. L’8 d.C. Ovidio viene
e i Tristia. mandato a Tomi con un editto dell’imperatore. Non pos-
Ma perché fu esiliato un poeta tanto celebrato, letto ovun- siamo definirlo esilio nel senso letterale della parola (anche
que? Allora le poesie venivano ascoltate nelle case, nelle se in realtà di questo si trattava): diversamente dall’esilio,
terme, in piazza, nei teatri, recitate da dicitori di professione infatti, fu una relegazione che non aveva come conseguenza
o dagli stessi autori e avevano un pubblico molto più nu- la confisca dei beni. La storia non è riuscita a far luce più
meroso di quanto non ne abbiano oggi. Specie in quei di tanto sulle cause di questo “provvedimento”, anche se
tempi gli autori, gli storici come Sallustio e Tito Livio, o esso veniva preso soprattutto per motivi di ordine morale.
gli studiosi come Varrone, e poi i due Plinio, il Vecchio e Ad ogni modo, sono tre i punti oscuri: primo, quello rife-
suo nipote il Giovane, avevano un peso di opinione sulla rito ai versi “scandalosi” degli Amores e dell’Ars amatoria,
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