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TRIBUNA DI STORIA MILITARE



               nomina ad organizzatore del padovano Pietro Domenico Polfranceschi (1766-
               1845), generale di brigata e uomo politico, il quale, entrato poi a far parte del
               consiglio  legislativo  e  nominato  nel  luglio  1804  ispettore  generale  del  corpo,
               mantenne l’incarico sino alla fine del Regno.


               e. Le difficoltà di reclutamento


                    Inizialmente l’afflusso dei volontari fu talmente basso che i giurì d’elezio-
               ne dipartimentali, incalzati dal termine di un mese stabilito dalla legge, rinun-
               ciarono alla selezione, rimandando alla commissione centrale chiunque si pre-
               sentasse. La commissione, per un motivo o per l’altro, finì per doverli bocciare
               praticamente tutti, tanto che il 18 ottobre sospese le sedute in attesa di istruzio-
               ni. Il 19 Lechi invitò i commissari ad applicare la legge con una certa elasticità
               e il 22 Piella propose di chiudere un occhio sul difetto di istruzione elementare,
               compensandolo poi con brevi corsi da svolgere presso il deposito di Gallarate
               (il 1° novembre il colonnello comunicava di avervi attivato 5 “scuole”). Il mini-
               stro recepì tali suggerimenti e con circolare del 23 ottobre autorizzò la commis-
               sione e i giurì d’elezione ad usare qualche «facilitazione» qualora i difetti di istru-
               zione, di statura e di età fossero «leggeri». Il prefetto dell’Olona rispose il 24 che
               le facilitazioni erano già applicate, perché la maggior parte degli ammessi «non
               sa(peva) che balbettare alcune parole su d’una stampa e marcare delle informi
               cifre sulla carta, inintelligibili del tutto, eziandio di formare la propria firma».
                    Del resto, pur con tutte le facilitazioni, continuavano a mancare candidati
               accettabili: a metà novembre il Panaro aveva dato solo 11 gendarmi, l’Agogna
               9 (inclusi 4 con statura inferiore al minimo) e il Lario appena 4: ancora a fine
               dicembre il Rubicone aveva dato solo 24 volontari e Verona (con 52.000 abitan-
               ti) appena 3, mentre a Mantova c’era «universale resistenza alla gendarmeria».
               In forte ritardo era pure il contingente della FA: nel rapporto del 21 novembre
               al ministro, Lechi dichiarava che ne mancava ancora la metà e che bisognava
               rinunciare ai requisiti oppure ad attivare la gendarmeria (il 15 dicembre su 15
               uomini forniti dalla 4 MB di linea, solo 7 avevano la statura prescritta).
                                    a
                    Alla carenza di volontari si sommavano i ritardi amministrativi. Il 28 otto-
               bre il ministero segnalava che non c’era panno per confezionare le uniformi. Il

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