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TRIBUNA DI STORIA MILITARE



               per costituire nuovi corpi, uno di disciplina (battaglione straniero) e due privile-
               giati (guardia del governo e, appunto, la gendarmeria, il cui primo impiego doveva
               essere proprio di far rispettare la leva obbligatoria).
                    Il 28 giugno 1802 Trivulzio trasmise al governo un progetto di decreto,
               con modifiche alla legge del 1801, in particolare aumentando l’organico di undi-
               ci ufficiali - tre di SM (ispettore, un caposquadrone e un capitano aggiunto) e
               otto periferici (un sesto caposquadrone, un capitano e sei tenenti) - e modifi-
               cando il colore dell’uniforme stabilito dalla legge (sostituendo il grigio-ferro
               con mostre scarlatte, pedissequamente mutuato dalla legge francese del 1798,
               con il verde cisalpino con sottabito giallo) per meglio distinguerla dall’uniforme
               “campagnola” del satellizio, onde evitare ogni possibile confusione. Nel rappor-
               to allegato al progetto, il ministro chiedeva un assegno mensile di £. 160mila
               milanesi per il mantenimento, nonché lo stanziamento di 628.400 franchi (= £.
               811.683 milanesi), di cui 400mila (= £. 516.666) per il prestito relativo a vestia-
               rio e cavalcatura, 100mila (= £. 129.116) per il restauro delle caserme statali e
               128.400 (= £. 165.850) per l’armamento (calcolato in ragione di 100 franchi per
               1.284 sottufficiali e gendarmi).
                    Approvato il progetto Trivulzio, il 3 settembre il governo lo trasmise al
               consiglio legislativo, che ne affidò l’esame alla sezione guerra. Il 9 settembre la
               sezione respinse entrambe le modifiche - rilevando che cinque capisquadrone
               per dodici compagnie erano «già molto superiori al bisogno del comando» e che
               non  poteva  determinarsi  alcuna  confusione  tra  le  uniformi  grigio-ferro  con
               mostre scarlatte previste dalla legge e le casacche grigio chiaro del satellizio,
               oltretutto prive di buffetterie e di insegne militari - e invitò il governo a dare
               esecuzione alla legge con atto meramente amministrativo, senza obbligare il
               consiglio legislativo a doversi occupare di dettagli secondari.
                    Il 13 settembre Trivulzio scrisse al prefetto dell’Alto Po che l’intenzione
               del governo era, una volta attivata la gendarmeria, di abolire il satellizio, reim-
               piegando circa metà del personale «per la custodia delle carceri e altri oggetti di
               polizia». In ogni modo il ministro della guerra raccomandò poi ai prefetti (con
               circolare del 22 settembre) di vietare ai dipendenti corpi di satellizio di fregiarsi
               abusivamente  del  titolo  di  “gendarmi”  (come  accadeva  a  Bergamo,  Verona,
               Cremona e Modena).

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