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LA DIRETTIVA (UE) 2015/720 DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO
DEL 29 APRILE 2015, CHE MODIFICA LA DIRETTIVA 94/62/CE PER QUANTO RI-
GUARDA LA RIDUZIONE DELL’UTILIZZO DI BORSE DI PLASTICA IN MATERIALE
LEGGERO
Sulla spinta delle legislazioni degli Stati membri (come l’Italia) che per primi si
sono mossi per fronteggiare il grave problema ambientale determinato dall’ec-
cessivo consumo delle borse di plastica, anche le istituzioni europee hanno co-
minciato ad occuparsi del tema. Si segnalano sul punto i seguenti documenti, che
rappresentano in qualche modo il background della direttiva 2015/720:
- UE, “Consultation on options to reduce the use of plastic carrier bags (…)” attivata
dal 17.05.2011 al 9.08.2011, nella quale si è domandato agli stakeholders di ri-
ferimento di esprimere la propria opinione anche in merito ad un possibile
divieto europeo di utilizzo dei sacchi per l’asporto merci in plastica ;
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- Libro Verde dell’UE del 7.3.2013 (“Strategia europea per i rifiuti di plastica nel-
l’ambiente”), in cui si evidenzia che la continua crescita della produzione della
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plastica – utilizzata prevalentemente negli imballaggi come prodotto mo-
nouso – e dunque dei rifiuti di plastica, rappresenta un enorme problema
per i decisori pubblici, non affrontato in maniera specifica nell'attuale nor-
mativa europea sui rifiuti . In particolare, tale documento rileva che l’abi-
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tudine dei consumatori ad utilizzare sacchi in plastica per l’asporto delle
merci dai punti vendita, e a disfarsi dei medesimi, molto spesso, subito dopo
il predetto utilizzo, contribuisce fortemente alla costante e crescente pro-
duzione di rifiuti di plastica. Tale abitudine è dovuta soprattutto al fatto che
la plastica viene normalmente percepita come un materiale privo di valore ,
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e questa percezione favorisce il rapido consumo dei sacchetti di plastica, la
connessa produzione di rifiuti in plastica e il conseguente spreco di
risorse/inquinamento ambientale. Ad eliminare tale percezione è finalizzato
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il pricing previsto dalla direttiva 2015/720 , che impone di far pagare ai con-
sumatori i sacchetti di plastica;
14 Sul punto, si ricorda che circa il 70% delle risposte è stato a favore di tale misura.
15 La produzione globale di plastica è cresciuta da 1,5 milioni di tonnellate (Mt) all'anno nel 1950 a 245 Mt nel 2008, di cui
60 Mt nella sola Europa. La produzione degli ultimi dieci anni è stata pari a quella dell'intero ventesimo secolo. Si stima
(sulla base dello status quo) che nel 2020 saranno immessi sul mercato dell'UE 66,5 Mt di plastica e che entro il 2050 la
produzione globale potrebbe triplicarsi.
16 Si sottolinea sul punto che il Consiglio dell’Unione Europea sull’Ambiente (17426/12) ha formulato un Programma di
18 mesi (1º gennaio 2013 - 30 giugno 2014) in cui si parla espressamente della necessità di riesaminare la legislazione
ambientale dell’UE anche per quanto riguarda la materia che ci occupa, ossia gli shopper in plastica (cfr. http://register.con-
silium.europa.eu/doc/srv?l=IT&t=PDF&gc=true&sc=false&f=ST%2017426%202012%20INIT).
17 Al contrario, come ricordato nel predetto Libro Verde, “le plastiche sono materiali altamente tecnologici e complessi cui i consumatori
dovrebbero attribuire valore per incentivarne il riutilizzo e il riciclaggio”.
18 per cui gli Stati membri devono assicurare che “(…) entro il 31 dicembre 2018, le borse di plastica in materiale leggero non siano
fornite gratuitamente nei punti vendita di merci o prodotti (…)” [art. 1, punto 2, comma 1 bis cit.].
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