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BORSE DI PLASTICA E BIOPLASTICHE: L’EVOLUZIONE NORMATIVA NAZIONALE E IL SUO RUOLO PRECURSORE IN EUROPA
Peraltro, con la nuova normativa recentemente entrata in vigore (art. 9
bis cit. d.l. n. 91/2017), che riguarda anche le borse per alimenti sfusi e
fissa per tutte le tipologie di borse l’obbligo del pricing (divieto di ces-
sione delle borse a titolo gratuito), è verosimile che i livelli di consumo
di tali imballaggi scenderanno ulteriormente. Il dato più aggiornato di-
sponibile (2016) restituisce un consumo annuale di circa 91.000 tonellate
di borse di plastica, su cui peraltro pesano ancora ampie sacche di ille-
galità, che osta-colano il raggiungimento di obiettivi di riduzione ancor
più ambiziosi.
In ogni caso, si anticipa qui che in base alla direttiva 2015/720, ogni Stato, dal 27
maggio 2018, sarà chiamato ad adottare un’apposita relazione per indicare alla
Commissione i propri livelli annuali di consumo e i risultati ottenuti nella ridu-
zione dell’utilizzo delle borse di plastica (la sede sarà quella della relazione più
generale su tutti gli imballaggi prevista dall’art. 12 della direttiva 94/62/CE). La
nuova disciplina italiana (art. 220 bis d.lgs. n. 152/2006 introdotto dal decreto
Mezzogiorno n. 91/2017) chiama in causa, ai fini di tale adempimento, il CONAI
(che avrà il compito di acquisire dai produttori e dai distributori di borse di pla-
stica i dati necessari ad elaborare tale relazione) e l’ISPRA (che avrà invece il com-
pito di elaborare tali dati in attuazione della metodologia di calcolo dell’utilizzo
annuale pro capite di borse di plastica che la Commissione dovrà adottare).
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dell’Arma dei Carabinieri