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Dalla filosofia ai luoghi comuni c’è sempre l’aria nella nostra vita


                  E da sempre, infatti, l’uomo le dedica attenzione, passione, riflessio-
         FOCUS ni. Sin dall’antichità, dagli albori della filosofia. Nelle colonie greche
               dell’Asia Minore, sette secoli prima dell’avvento di Gesù, il gruppo di
               intellettuali passati alla storia come “ionici di Mileto” o pre-socratici
               (Talete, Anassimene, Anassimandro) formulò per primo il concetto di
               arché: l’elemento principale, la sostanza unica costitutiva di tutta la real-
               tà. Una specie di caposaldo, di origine di tutto, ciò che consente all’uo-
               mo di passare dal caos a un mondo razionale, comprensibile, spiegabi-
               le. L’arché è, insomma, lo strumento per dare ordine al mondo. Tutto –
               dicono questi filosofi – viene originato da un elemento naturale, fonda-
               mento primo della materia. Per Talete è l’acqua, per Anassimandro un
               infinito senza contorni, per Anassimene l’aria (pneuma): la forza che ani-
               ma il mondo. È l’aria – sostiene Anassimene – a trasformare le cose: ra-
               refatta diventa fuoco, condensata si trasforma in vento e nuvole, e poi
               in acqua, terra, pietra.
                  Una questione solo generata, non certo esaurita dai primi filosofi
               greci. Dopo di loro, Eraclito, indicherà come arché il fuoco, Empedocle
               placherà la controversia riconoscendo tutti e quattro gli elementi (terra,
               acqua, aria e fuoco) come fonte di ciò che esiste, senza attribuire ad al-
               cuno di essi un primato sugli altri (… «una cosa ora cresce in modo da
               formare un’unità da molti elementi, ora viceversa si divide in modo da
               formare da una cosa sola più elementi: il Fuoco, l’Acqua, la Terra e l’in-
               finita altezza dell’Aria»).
                  E ancora l’aria in Platone, che teorizza un ordine “proporzionale”
               fra gli elementi: aria e acqua poste fra cielo e terra, di modo che come il
               cielo sta all’aria, l’aria sta all’acqua; e come l’aria sta all’acqua, l’acqua al-
               la terra, in una composizione razionale del mondo. Elementi propor-
               zionali fra loro o descritti in un’immagine “avvolgente” fatta di sfere
               concentriche, come fa Aristotele: al centro di tutto la terra, intorno ad
               essa l’acqua, poi l’aria, quindi il fuoco e i cieli. È l’aria, per Aristotele, a
               spiegare il moto: è lei a spingere un sasso lanciato da una mano verso
               l’alto. Se ci fosse il vuoto, il movimento non sarebbe possibile.
                  Nessun’altra cultura è rimasta indifferente al dibattito. Nel pensiero
               cinese gli elementi costitutivi della realtà sono cinque: fuoco, terra, ac-
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               qua, metallo, legno. Non l’aria, presente invece fra gli archetipi della tra-
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