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Piccola storia della rosa dei venti


            da sommo filosofo era invero molto
            più interessato a creare un sistema coe-                                 FOCUS
            rente che collegasse geometricamente
            le direzioni di provenienza dei venti
            con i principali riferimenti astronomici
            dei solstizi e degli equinozi, arrivando a
            contare sino a dodici venti differenti. 1
            La principale testimonianza di origine
            ellenica a noi pervenuta è comunque la
            bellissima Torre dei Venti di Atene (I
            sec a.C.), sulla quale otto creature semi-
            divine indicano ancora oggi: Boreas,il
            Nord; Kaikias, il Nord-Est; Apeliotes,
            l’Est; Euros, il Sud-est; Notos, il Sud;
            Lips, il Sud-Ovest; Zephyros, l’Ovest; e       La Torre dei Venti di Atene
            Skiron il Nord-Ovest.
               La rosa dei venti comunemente conosciuta nasce quindi in epoca clas-
            sica, e trova una precisa definizione a cura di Plinio. L’eminente studioso
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            romano del I sec. d.C., invero altrettanto valente uomo di mare, riassume
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            le definizioni dei venti nella storia antica, riportando la doppia denomina-
            zione, in greco e latino, dei venti utilizzati dai marinai dell’epoca:
            Septemptrio-Aparctias (N), Aquilo-Boreas (NE), Subsolanus-Apheliotes (E),
            Vulturnus-Eurus (SE), Auster-Notus (S), Africus-Lips (SW), Favonius-
            Zephyrus (W), Corus-Argestes (NW). Plinio inoltre cita le definizioni degli
            altri quattro venti intermedi, e precisamente Caecias-Hellespontias tra
            Aquilo e Subsolanus, Euronotus-Phoenicias  tra Vulturnus e Auster,
            Libonotus tra Auster e Africus e Trascias tra Corus e Septemptrio.
               A differenza dei filosofi greci, Plinio rimarca più volte, nella sua ro-
            mana concretezza, di avere scritto il suo trattato ad uso dei naviganti,
            rimproverando anzi al suo popolo di non avere sufficiente dimestichez-
            za con la scienza nautica, avendo affidato i traffici marittimi prevalente-
            mente alle genti elleniche, e avendo privilegiato la lucrosità dei traffici  8
            commerciali a detrimento delle nuove conoscenze e della sicurezza del-      n.
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            la navigazione. Quale che fosse la reale composizione etnica della mari-    III
            neria romana (i ruoli degli equipaggi militari, come evidenziati dall’ana-
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