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Piccola storia della rosa dei venti


               del sole o di quel gruppo di sette stelle che, conosciute dai Greci come
         FOCUS arktos (Orsa) e dai Romani come septem triones (i sette buoi), generica-
               mente indicavano il Nord. In caso di cielo coperto l’unico, seppur in-
               certo, ausilio per i naviganti era rappresentato dalla loro conoscenza dei
               venti che, spirando da direzioni generalmente costanti, permettevano
               di seguire le rotte volute.
                  È immaginabile che gli antichi navigatori regolassero la loro arte ap-
               poggiandosi agli stessi venti che la gente comune dell’epoca grossolana-
               mente attribuiva ai quattro punti cardinali, e in effetti sia nell’Iliade che
               nell’Odissea ne vengono citati solo quattro: Euro, Noto, Zefiro e Borea.
               Nonostante nei poemi siano più volte descritti nelle loro particolari ca-
               ratteristiche (come “nato nell’aere puro”, oppure “che scioglie la neve”),
               non si riesce ad attribuire loro con certezza una specifica direzione di
               provenienza, se non a prezzo di complicate analisi filologiche che per-
               mettono di attribuire Euro e Zefiro rispettivamente al levante e al po-
                                                           nente, e Borea e Noto al
                                                           settentrione e al meridione.
                                                           È però noto che sin dal-
                 …Tosto la Dea dalle cerulee luci
                 chiamò di verso l’Occidente un vento      l’antichità i marinai aveva-
                 destro, gagliardo, che battendo venne     no maturato le loro capaci-
                 su pel tremulo mar l’ali sonanti.         tà e conoscenze sino ad
                 Mano, mano agli attrezzi allor gridava    utilizzare per la navigazio-
                 Telemaco: ov’è l’albero. I compagni       ne anche i quattro venti in-
                 l’udiro, e il grosso e lungo abete in alto  termedi, e generalmente
                 drizzaro, e l’impiantaro entro la cava    facevano coincidere ogni
                 base, e di corda l’annodaro al piede.     vento con la direzione da
                 Poi tiravano su le bianche vele           seguire per una particolare
                 con ben attorti cuoi. Gonfiò nel mezzo    rotta da punto a punto.
                 le vele il vento: e forte alla carenza       Della ventina di autori
                 l’azzurro mar rumoreggiava intorno
                 mentre la nave sino al fin del corso      greci che da Talete in poi
                 su l’elemento liquido volava              risultano essersi dedicati
                                                           allo studio ed alla classifi-

                         (Omero, Odissea, II – 527/541,    cazione dei fenomeni at-
                      traduzione di Ippolito Pindemonte)   mosferici, il più eminente è
          Anno
                                                           sicuramente Aristotele, che
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